L’importanza di riempire l’area, spiegata da Alvaro Morata
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  • Immagine del redattoreElia Robino

L’importanza di riempire l’area, spiegata da Alvaro Morata



Un, due e tre: il numero dei gol per ora è identico a quelle delle presenze per Alvaro Morata.

Potevano essere di più, non fosse stato per quel fuorigioco di pochi millimetri che ci ha costretto al pari con il Crotone qualche giorno fa.

Il centravanti Juventino, tornato a sorpresa a fine settembre in un mercato dove si era parlato di tutt’altri attaccanti, ci ha messo poco a ricordarci di una cosa di cui ci eravamo tutti un po’ dimenticati: che se si riempie l’area di rigore i gol alla fine arrivano.

Dopo anni di calciatori abituati a partire defilati sulla fascia per ricevere palla sul piede, accentrarsi e farci innamorare dei loro gol (Ronaldo e Dybala) e di attaccanti sul viale del tramonto (Higuain) è una vera soddisfazione tornare a vedere un attaccante d’area, rapace, e che attacca gli spazi come Morata.

Il primo gol, un tap-in sulla ribattuta centrale del portiere dopo il tiro dalla distanza di Kulusevski – ieri sera determinante anche se decisamente fuorigiri – è l’emblema dell’attaccante d’area al posto giusto nel momento giusto. Sicuramente un gol che non rivedremo nella compilation dei migliori del decennio ma che andrebbe usato come materiale didattico per i giovani attaccanti della primavera.


Il secondo gol, propiziato da un cross preciso di Juan Cuadrado, è un perfetto taglio al centro dell’area per una spizzata di testa verso il basso, dove il portiere avversario non può arrivare. Movimento da centravanti vero, che sapeva esattamente cosa fare per capitalizzare l’ottimo cross ricevuto dal Colombiano, il quale se messo nella sua posizione diventa facilmente una sentenza.

Questi sono solo i gol, i puntini sulle i di una prestazione maiuscola del calciatore spagnolo, che per tutta la partita ha dimostrato di essere veramente sul pezzo in un ruolo di cui si è davvero sentita la mancanza nelle passate stagioni della Juventus.


Tra la riscoperta di Alvaro Morata e gli altri Enfants Terribles lì davanti – non dimentichiamoci di Chiesa, mattatore anche ieri sera – le vibrazioni che arrivano da questa squadra sono sempre più positive.

Non me la sento di fare previsioni su ipotetiche vittorie del campionato e percorsi Champions ma su una cosa mi sbilancio: ieri è stata una partita divertente ed entusiasmante, le prossime non saranno da meno.

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