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Una riflessione d'immagine

Immagine del redattore: Carlo BaroneCarlo Barone

“No ma il video è vecchio di tre anni” “Eh però in ‘sta foto c’ha la barba come quella di adesso” “Se vabbe’, chi non lo farebbe” “Un dirigente Juve? Dai non si fanno robe così”


In questi giorni, in cui peraltro ricorre il suo cinquantesimo compleanno, Pavel Nedvěd si è trovato nell’ennesimo “scandalo” mediatico in cui un personaggio più o meno famoso si vede immortalato vittima di Bacco, tabacco e Venere - pur senza essere stato ridotto in cenere.


Non è la prima volta che un personaggio famoso si vede coinvolto in questo tipo di situazioni; questa volta ha riguardato uno dei nostri, e questo ci ha portato a questa piccola riflessione.


I punti di vista sulla questione sono duplici: in qualsiasi aspetto della mondanità italiana si sono avute “fuoriuscite” di materiale “piccante” - non ultimo, il nostro amato presidente ritratto in fortissimo stato di ebbrezza durante i festeggiamenti dello scudetto 2011-2012. D’altronde, se la cosa suscita scandalo, c’è sempre un motivo.





Cos’ha fatto di male?


Potrà anche essere il Megadirettore Galattico della Juventus, ma resta un uomo, e come tale è fallibile, soggetto a impulsi, desideri, voglia di divertirsi e quant’altro.


L’immagine di lui che barcolla in preda ai fumi dell’alcol, oppure la foto che lo ritrae con un sorriso ebete mentre sta probabilmente praticando un massaggio anti-mastite a una donna in posizione, oseremmo dire, angelicata genera in chi la osserva un misto di risata e invidia, in altre parole: superata la snoffata nel vedere Nedvěd con una faccia degna di un Monthy Python abbarbicato a una donna nuda, molti vorrebbero essere al posto del dirigente ceco in quel frangente.


Infine, non possiamo non citare il classicissimo benaltrismo di circostanza, il “e comunque [politico qualsiasi “pizzicato” in compagnia e/o con un tasso alcolemico al di sopra dei livelli di guardia] lo faceva molto prima e nessuno ha mai detto niente”. Ha fatto recentemente parlare, ad esempio, il caso del primo ministro finlandese Sanna Marin, la cui presenza a un festino ha suscitato forte scandalo, generando una contrapposizione di idee simile a quella che vogliamo esplicitare in questa sede.


In ogni caso, sono tutte motivazioni che reggono, certo, che normalizzano un comportamento che, nella realtà dei fatti, appartiene alla sfera del privato di molta gente.


Non va bene, però


Tuttavia, appunto, del privato. È vero, non sono poche le persone che si siano trovate in situazioni del genere, e i precedenti “illustri” non mancano, ma resta, Nedvěd, una persona il cui ruolo fa sì che ci si aspetti un contegno diverso, soprattutto in termini di immagine pubblica.


Immaginiamo, per esempio, un calciatore che si presenti all’allenamento reduce da una “notte brava”, con sintomi vari del post-ubriacatura; un Nedvěd che si trovasse lì e rimproverasse il calciatore in questione farebbe sorridere, un classico esempio di pulpito predicante non esattamente adatto.


Sorvoliamo poi sull’aspetto giuridico di quanto avvenuto: al di là dell’abuso di alcolici, ma le situazioni che involvono comportamenti malgiudicati dalla morale solitamente possono portare con sé anche conseguenze legali che una persona con responsabilità dirigenziali dovrebbe evitare fortemente.


In sintesi?


Siamo in un mondo in cui la forma ha un’importanza molto grande, è fondamentale apparire bene: è, per certi versi, la stessa cosa della società della colpa applicata nell’antica Sparta, contrapposta a quella della vergogna che prese successivamente piede. In altre parole: un giovane spartano che venisse colto in flagrante, per esempio, a rubare non veniva punito già per il furto, ma perché si era fatto riconoscere come ladro dalla società.


Chiaramente questo non significa che chiunque - in questo caso, Nedvěd - possa fare quello che vuole, financo le cose più abiette e disdicevoli, basta che non si faccia cogliere in fallo, anzi. D’altronde, c’è un motivo se l’ideale della vergogna ha preso piede sulla colpa.


Tuttavia, restando consci del fatto che certe azioni siano tutto sommato parte della natura umana, pensiamo sia anche importante, per una persona che occupa un certo ruolo, mantenere riserbo attorno alla propria sfera privata.


Sta quindi tutto a questo: quanto una persona tenga, o sia tenuta a tenere alla propria immagine pubblica. La seconda sfumatura è tipica di chi occupa posizioni di spicco, invero…


Non stiamo dicendo né che Nedvěd abbia fatto bene a prescindere, né che sia un criminale da mettere alla gogna. Semplicemente ci permettiamo di osservare che una dirigente di una delle società più importanti d’Italia dovrebbe prestare la massima attenzione alla propria immagine pubblica. Anche perché gli “scivoloni” non fanno bene né alla squadra, né a lui - immaginiamo i postumi dopo una serata così…






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