Alla vigilia della partita con il Napoli, la squadra di Massimiliano Allegri ha inaspettatamente, dopo la partita persa con il Monza di metà settembre, recuperato punti e posizioni fino all’attuale secondo posto in classifica.
Allora, alla settima giornata di campionato e con quella sconfitta, la squadra del tecnico Livornese aveva incamerato cinque gol - che diventeranno poi sette con il Milan - e nelle successive dieci giornate di campionato i gol subiti sono rimasi invariati, ovvero sette.
La filosofia del tecnico bianconero è quella di fare punti senza preoccuparsi degli esteti del calcio, e l’intenzione di questo articolo non è fare confronti per stabilire cosa sia meglio, se arrivare al risultato tramite un gioco gradevole oppure perseguire la filosofia pragmatica di Allegri.
(classifica prime 10 posizioni)
Quello che è certo e indubbio sono le difficoltà in cui Massimiliano ha dovuto operare in questi tre mesi.
Riassunte nelle principali tre:
- Una difesa differente in ogni partita. Da quella partita (Monza - Juventus) la difesa non è mai stata la stessa, soprattutto la coppia centrale, poiché si sa che nel calcio indipendentemente da che filosofia vuoi adottare, i centrali difensivi devono avere un’elevata intesa. Eppure, ad esempio, nell’ultima partita contro l’Udinese i titolari erano questi: Danilo, Rugani, Alex Sandro. Indubbiamente un reparto non da primo livello.
- Ambiente societario stravolto e sotto inchiesta della Procura di Torino, con l’azzeramento dell’intero management - escluso Cherubini - e sotto il fuoco dei vari commentatori televisivi, sia per il gioco espresso ma anche per le questioni extra calcio.
- Una squadra giovanissima e che addirittura nella partita contro la Cremonese è risultata la Juventus dall’età media più bassa a memoria riscontrabile.
Domani arriva lo scontro diretto con la capolista, ovvero il Napoli di Spalletti che, nel primo campionato di questa stagione, ha letteralmente distrutto ogni squadra che ha avuto davanti, sia in Italia ma anche e soprattutto in Europa.
Spazi contro Posizioni
I due tecnici toscani hanno approcci differenti, e non ci riferiamo a questioni di estetica di gioco, ma di come chiedono di interpretare le partite ai propri uomini, che paradossalmente potrebbero sembrare simili.
Mentre Luciano ne fa una questione di spazi, ovvero la conquista delle porzioni di campo che consentano l’impostazione di una manovra, Allegri ne fa una questione di posizioni, ovvero la squadra e i singoli nello specifico, si devono muovere in funzione della posizione della palla.
I due concetti qui sopra sono stati semplificati al massimo per non addentrarsi in analisi tattiche che non ci competono.
Allegri poi predilige pensare a come depotenziare gli avversari, o i singoli, come nel caso dell’Udinese dove McKennie largo a destra, per cui non pochi tifosi hanno storto la bocca, è servito in realtà ad annullare Udogie, che è una vera fonte di cross per gli attaccanti fisici friulani.
Chi vince festeggia e chi perde spiega.
La famosissima frase di Julio Velasco, oltre ad adattarsi bene al tecnico bianconero, è indubbiamente una verità. Perché tutti nel mondo del calcio, checché se ne dica, sono influenzati nei giudizi dal risultato, che siano tifosi o che siano media.
La nascita di una squadra
La sensazione che si sta ricavando in questa fase è quella di stare assistendo alla nascita di una squadra.
Allegri sta plasmando oggi la squadra del domani e tra qualche anno, soprattutto se avrà risultati positivi, i tifosi non ricorderanno le difficoltà attraversate.
Che partita sarà
Anche questa dovrebbe essere facile da prevedere da un lato, quello del Napoli, difficile o impossibile prevedere invece la partita che farà la Juventus. Questo a causa del vortice di uomini che cambiano in continuazione, la poliedricità del tecnico di Livorno e soprattutto il fatto che abbia impostato le ultime due uscite con Cremonese e Udinese con il minimo dispendio energetico possibile, proprio in funzione di questa partita.
Luciano ha invece nel principio di pressing già dalla trequarti per riconquistare il prima possibile palla e lanciare i suoi velocissimi attaccanti.
Se avrà ragione lui o Spalletti lo scopriremo nella notte di domani.
Ma tornando alla domanda iniziale, meglio i tre punti oggi o il bel gioco domani?
L’auspicio è quello di avere entrambi.
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