Il lungo tira e molla tra vertici di Lega e Ministero della Salute si è concluso: si torna in campo.
I campionati ripartiranno e nulla è più rassicurante del vedere un calendario pubblicato nero su bianco, seppure permangano ancora molte incognite relative al monitoraggio delle condizioni di giocatori e staff, ed alla possibilità di nuovi contagi.
La sensazione è che i vertici abbiano pensato fosse opportuno fare un tentativo, visto il volume di affari che genera il movimento calcistico italiano.
La serie A ripartirà, dunque, da sabato 20 giugno, subito dopo la breve parentesi riservata alla Coppa Italia, che vedrà disputare le semifinali di ritorno e la finale tra il 13 ed il 17 giugno prossimo.
Il calendario, ad un primo sguardo, è adrenalinico ed elettrizzante. Si giocheranno ben undici giornate in soli quarantaquattro giorni. Blocchi di due-tre giorni, intervallati da uno di riposo, in cui le squadre si sfideranno ad orari del tutto nuovi: 17:15 (visione riservata a pochi eletti), 19:30 (davanti ad una buona birra con un sapore che ricorda le partite della Nazionale agli Europei-Mondiali), e 21:45 (in "salsa spagnola").
Una prima riflessione. Si comprendono le oggettive difficoltà di organizzazione dei calendari e i complicatissimi meccanismi collegati ai diritti televisivi, ma era grande la speranza che questa fosse l’occasione per abbandonare momentaneamente il “calcio spezzatino” e tornare al buon vecchio blocco di partite in contemporanea, con i nostalgici che già sognavano di recuperare in soffitta la radiolina usata il 5 maggio 2002 (data a caso, ndr).
L’unica occasione per utilizzarla sarà il 2 agosto 2020: gran finale (salvo modifiche in corsa) con tutte le gare fissate alle 21.45.
Ma veniamo al cammino della Vecchia Signora.
Primo step la semifinale di ritorno con il Milan allo Stadium (1-1 all’andata con squalifiche pesanti per il Milan). Alla faccia del warm-up.
Testata la tenuta delle coronarie si potrebbe aggiungere agli impegni l’eventuale finale del 17 giugno. Esaurita la Tim Cup, ci si ributta nel campionato. Ecco la grafica del calendario della squadra bianconera:
Spicca su tutto il grosso punto interrogativo sulle ultime tre giornate. Le gare con Sampdoria, Cagliari e Roma sono ancora “da definire”, o per i fanatici degli acronimi “T.B.C.” (to be confirmed). Tutto molto oscuro, insomma.
La maggior parte delle gare, come si vede, si giocherà alle 21.45, una manna dal cielo per chi lavora sino a tardi. Immagino le birre e le spaghettate all’aperto, a debita distanza, con il televisore trasferito stabilmente in giardino o in terrazzo.
Molto interessante, per non dire preoccupante, il filotto 4-11 luglio, con derby in casa, Milan a San Siro e Atalanta ospite allo Stadium, dopodiché la famosa pausa con il Sassuolo per arrivare al big match con la Lazio. Partita delicatissima, soprattutto perché nei precedenti la squadra di Inzaghi ha creato sempre enormi difficoltà, un po’ anche per demeriti dei bianconeri, che in quelle due sfide hanno preso dei gol “fotocopia”.
Chissà che la pausa non sia servita per studiarci un po’ su.
Occhio infine alla trasferta a Genova, partitaccia per eccellenza, e l'impegno della Sardegna Arena alla penultima. Il Cagliari in casa, in un campo leggermente più piccolo rispetto agli altri, corre tanto e gioca sempre con grande fisicità. Una possibile insidia.
Una valutazione, infine, sulla densità delle partite in chiave lotta scudetto.
Sfide così ravvicinate favoriscono chi possiede una rosa più ampia, è indubbio. La Juventus, da questo punto di vista, ha un piccolo vantaggio, sempre che questo stop, la preparazione fatta in fretta e furia e gli sforzi ravvicinati non riempiano l’infermeria più del dovuto.
Altro elemento fondamentale sarà la tenuta mentale. Mantenere la concentrazione per tutto un mese, in apnea. Un appassionato di ippica di origine Livornese di cui non ricordo il nome disse, a suo tempo, che “questa squadra è talmente abituata a giocare ogni tre giorni che mi preoccupo di più quando arriva una settimana senza partite”. La Juve avrà conservato questa qualità? A livello di attenzione mentale, durante questa stagione, qualche scricchiolio purtroppo si è sentito, ed il buon Maurizio Sarri ha spesso ribadito quanto sia importante per lui avere tempo a disposizione per lavorare.
Ma siamo ottimisti, nulla è già scritto.
Guardando, invece, alle nostre avversarie, si sa che Conte trasformerà questo mese in una guerra di logoramento, spremendo i suoi fino all’ultima goccia. Prepararsi, dunque, alla classica crociata Contiana.
La Lazio, dal canto suo, deve ritrovare l’entusiasmo avuto sino all’interruzione, e sperare che la vena di Immobile sia sempre la stessa.
La partita è quindi aperta, si riparte un punto avanti con la consapevolezza di dover dare tutto.
Non resta che mettere le birre in frigo e prepararsi ad un mese che, nel bene o nel male, sarà pieno di emozioni e ricordato per sempre, salvo imprevisti che, ahinoi, sono sempre dietro l’angolo.
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