Sommersi e salvati. Il gioco della Torre.
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Sommersi e salvati. Il gioco della Torre.

(Letteronza all’Editore di Giovanni Posocco)

Tempi travagliati per la Juventus. Ho detto “tempi”? Scusate, volevo dire “stagione”. Il 2019/2020 è stato un autentico otto-volante di emozioni (perlopiù negative) fin da prima di iniziare: l'epilogo del memorabile ciclo Allegriano, la suggestione Guardiola pompata dai web influencer, l’arrivo dell’ “esteta” Sarri (ex allenatore del Napoli e primo detrattore della Juventus ai tempi della panchina partenopea).


Poi un calciomercato ritenuto, a posteriori, non all’altezza, una rosa “bollita” o inadatta a recepire i dettami tattici dell’allenatore, con Sarri stesso che dimostra tenacemente di non voler ripudiare le proprie certezze, forte anche di un contratto lungo e della fiducia della Società.


Quella stessa Società finita, nella quasi totalità, sotto accusa: esente da colpe il “Padrino” Andrea Agnelli, messi alla pubblica gogna il Vicepresidente Nedved ma soprattutto il C.F.O. Paratici, ritenuto dalla tifoseria “non adatto a sostituire Marotta” e persino “brocco”, per non essere stato capace né di acquistare dei fuoriclasse o giocatori funzionali al progetto, né di vendere la “zavorra” inutile.


Sembra il quadro di una stagione disastrosa, vero? Beh, non è così.


Poteva andare meglio, certamente, ma poteva pure andare peggio. Poteva piovere (fine citazione, nota del Capo redattore).


La squadra, tra l’altro, può ancora giocarsi l’accesso alla Champions, in casa, contro un avversario non irresistibile (frase che tutti dicono e che porta una sfiga senza senso, ma tocca essere oggettivi davanti ai fatti).


Tifosi delusi al tempo del Covid-19.

Il tifoso medio, nonostante tutto, ha bocciato la squadra tutta e mezza dirigenza.

Lo stop obbligatorio per l’emergenza Coronavirus e lo spettro di una mancata ripartenza della stagione hanno fatto il gioco degli pseudo-tifosi che, impossibilitati a sfogare le proprie frustrazioni sui calciatori giocanti, hanno passato il tempo libero a immaginare quali tesserati fossero indegni o meno degni di vestire la casacca bianconera.


È stato un tripudio di #SarriOut, #DesciOut, #SandroOut, #RabiotOut e chi più ne ha più ne metta, quasi ogni calciatore bianconero ha avuto la propria fetta di detrattori.

Sì, anche Cristiano Ronaldo.


Il Gioco della Torre

Qui, però, non siamo tra tifosi medi. Qui si fanno analisi razionali. Ed è per questo che comincia il gioco della torre! (sottile ironia, sempre nota del capo redattore: questo Posocco è proprio un burlone).


Non sapete che gioco è?

Semplicissimo: consiste nel dire quali persone salvereste e quali invece spingereste giù da una torre. E i concorrenti del nostro gioco saranno i calciatori della Juventus.

Ma, attenzione: è solo un gioco, non prendeteci sul serio. Il Calciomercato aprirà a Settembre (un po’ come le scuole, siete mai stati rimandati a settembre? Io sì. Ogni anno di liceo, ndr) e nessuno di noi pretende di saper fare il proprio lavoro meglio di Paratici. No, neppure El Señor Paratichi stesso.


- I Salvati –

1) Carlo Pinsoglio, Gianluigi Buffon, Wojciech Tomasz Szczęsny.

I primi tre salvati contano come uno, una Trinità intoccabile in cui Buffon è un (blasfemo) Padre, Pinsoglio il Figlio (o Figliol Prodigo) e il polacco è lo Spirito Santo, disceso dal Padre per mettere ordine in terra.


Buffon, l’Intoccabile, ha rinnovato per un ulteriore anno e chiuderà la carriera in bianconero (era proprio necessario andare al PSG, Gigi?)


Pinsoglio è funzionale per il discorso liste, ed è un favoloso uomo spogliatoio, un po’ come Ibou Ba al Milan, un decennio fa (non avete idea di chi sia Ibrahim Ba? Male!).


L’unico estremo difensore un po’ “a rischio” è Tek: si rincorrono voci di una propria possibile cessione a grosse cifre per andare poi a prendere a prezzo di saldo (o a zero) Gigio Donnarumma, assistito di Raiola e funzionale al progetto di maggior italianizzazione della squadra. Ma il polacco è tra i 10 migliori al mondo nel suo ruolo, ben pochi di quelli sopra di lui sono in vendita (giusto Kepa e De Gea) e nessuno ad un prezzo di favore.


2) Giorgio Chiellini, Leonardo Bonucci, Merih Demiral, Matthijs de Ligt.

Quattro, i Four Horsemen della Juventus, il pacchetto centrale del presente e del futuro, le coppie con cui comporre il gioco difensivo.


Chiellini è nella Top3 dei centrali Mondiali (con De Vrij e Sergio Ramos, a mio avviso), ha rinnovato per l’ultima stagione e beh, è Capitan Chiello.


De Ligt... Devo davvero dirvi perché salverei De Ligt? E no, non è perché mi sta tendendo la mano.


Il turco, arrivato ad inizio stagione dal Sassuolo, ha trovato subito un nutrito numero di Pasdaran. Il numero dei suoi sostenitori non è calato con il suo infortunio, anzi, pare sia aumentato man mano che diminuivano i giorni mancanti al suo ritorno in campo.


Bonucci è quello che “scricchiola” un po’ di più: il peccato originale di Leonardo è stato l’aver voluto la cessione al Milan, ancora non completamente digerita, unito al suo essere così atipico come difensore. Oltretutto il numero 19 è uno dei possibili “uomini mercato” della squadra, ambito da vari club importanti. Potrebbe essere un sacrificato eccellente, ma per noi è assolutamente da salvare.


3) Danilo Luiz

Il terzino destro arrivato dal Manchester City si trova tra i salvati per un motivo molto semplice, e non sono le buone prestazioni dimostrate sul campo, bensì l’impossibilità di sommergerlo. L’ingaggio e il costo del cartellino lo rendono waterproof. La speranza è che, nella prossima stagione, sia in grado di rendersi più utile alla squadra.


4) Alex Sandro

Non è in discussione. Davvero, non può essere messa in discussione la salvezza del brasiliano. È tra i top 5 al mondo nel ruolo, in questa stagione sembra aver recuperato la brillantezza e la voglia di fare scomparse negli ultimi due anni di Allegri, non può essere facilmente sostituito. Con Bonucci è un altro dei possibili uomini mercato, e la sensazione è che possa essere, in caso di cessione, rimpianto da molti.


5) Adrien Rabiot, Aaron Ramsey, Rodrigo Bentancur

Da questo trio ripartirà (insieme al neo-acquisto Arthur) il centrocampo della Juventus.


Partiamo prima di tutto dall’uruguagio: il portatore sano di garra charrua non può essere messo in discussione in alcun modo, utile per essere impiegato davanti alla difesa, come mezzala destra oppure come... trequartista, ruolo che il Maestro Oscar Washington Tabarez gli ha cucito addosso in nazionale. E poi, diciamocelo, nessuno lo venderebbe, sapendo che metà della somma ricavata finirebbe al Boca.


Adrien Rabiot, “Cavallo Pazzo”, è stato una delle maggiori sorprese post-Covid. Fisico, corsa, goal, lucida follia. Sembrava fosse un brocco, l’ennesimo acquisto sbagliato di Paratici, ma era solo bisognoso di adattarsi al campionato italiano e di rimettere minuti nelle gambe, dopo un anno intero passato in tribuna al PSG.



Per quanto riguarda il gallese, in questa stagione ha oscillato tra Ian Rush e John Charles: picchi di efficienza e forti momenti di nulla, per non parlare degli infortuni. La Serie A è tradizionalmente un campionato ostico per chi viene dalla Premier League, e per i Britannici in testa, e questo (insieme alla forma da ritrovare) può essere considerata una attenuante per giudicare Ramsey. Le sue doti, la classe e la duttilità motivi per salvarlo. Sperando che la salute lo assista.


6) Juan Cuadrado, Paulo Dybala, Cristiano Ronaldo, Federico Bernardeschi.

Il reparto offensivo della prossima stagione non può che ripartire da quelle che sono le certezze per antonomasia, il passato/presente e il presente/futuro del Calcio contemporaneo, i fuoriclasse per definizione, i campioni che ti possono decidere non solo una partita, ma addirittura una stagione: Dybala e CR7.

Ecco, i due sono talmente al sicuro che quasi non ha senso farli partecipare al gioco, fanno parte di un’altra categoria.


Per quanto riguarda il colombiano, ormai evolutosi stabilmente in terzino destro (ed ero tra quelli che sostenevano, nel 2016, che fosse impossibile per lui adattarsi in quel ruolo... felice di essermi sbagliato), i motivi per salvarlo sono innumerevoli, ma uno spicca su tutti: senza di lui chi spruzzerà la schiuma da barba sulla testa del mister?



La presenza di Bernardeschi tra i salvati è un po’ una provocazione, un po’ parte di un contorto ragionamento: chi svolgerà, nella prossima stagione, il ruolo di equilibratore offensivo? Molto probabilmente non lui. Almeno, è quello che spera la maggior parte dei tifosi juventini. Tuttavia, da inguaribile ottimista, credo che il Berna possa tornare utile alla squadra, nelle vesti di convincente riserva e da pedina per far rifiatare i titolari in gare meno impegnative, in cui ha dimostrato di poter dire ancora la sua. L’auspicio è, però, che venga inserito in qualche operazione di scambio per elementi più funzionali al gioco di Sarri.


Non è da Juve? Spetta a Federico stesso dimostrare ai tifosi che si sbagliano... o che hanno ragione.


- I sommersi -

Detto dei salvati, è ora di occuparsi dei sommersi, ovvero quei tesserati che abbiamo deciso di buttare giù dalla torre, in quanto non più funzionali, o che hanno semplicemente dato tutto ciò che potevano. Ad alcuni di loro va la più profonda gratitudine.


1) Daniele Rugani

“Ubaldino” (così lo chiama la tifoseria, con un patronimico derivato da “Ubaldo”) era arrivato alla Juventus con molto hype. Su di lui si dicevano circa le stesse cose che si sono dette su De Ligt. Giovane, titolare dell’U21, abile in zona goal, difensore mai ammonito eppure efficace, tutti elementi che facevano presagire una carriera juventina ben diversa di quella che, invece, è stata. Il suo soffrire dannatamente avversari dal fisico strabordante (GALABINOV!),

l’incapacità di affondare in tackle cercando sempre l’anticipo, il non marcare efficacemente l’avversario i motivi che l’hanno reso poco gradito alla tifoseria e poco utile al progetto.

Le antipatie sono state aumentate dalla sua relazione con la showgirl Michela Persico (brutta bestia l’invidia, eh?) e dalle intemperanze social del padre Ubaldo, troppe volte sopra le righe (o troppo affettuoso e protettivo). Danielino si trova, per noi, tra i sommersi perché, banalmente, il suo tempo alla Juventus è finito. E perché, malgrado l’involuzione, ha ancora mercato all’estero. La Premier League potrebbe essere il campionato adatto per il suo rilancio. E ne beneficerebbero sia lui, che la Juve, che la Nazionale Italiana.


2) Mattia de Sciglio

Mai del tutto gradito alla tifoseria fin dal suo acquisto, ritenuto troppo oneroso, “DeSci” è stato presto bollato come “scarso” e “raccomandato”. Tuttavia la sua duttilità tattica ha spesso messo una pezza su alcune situazioni difficili nella difese di Allegri (infortuni vari dei titolari o presunti tali). Questo quando non era lo stesso De Sciglio ad essere infortunato... E lo è stato francamente troppo spesso.Il polivalente terzino italiano si trova tra i sommersi a causa, principalmente, del suo essere ormai fisicamente logoro e inaffidabile. Un nuovo inizio fuori dalla Juve, nuovi ritmi di vita, una nuova preparazione (magari all’estero) potrebbero sicuramente dargli benefici. Benefici che avrebbe pure la Juventus da una sua cessione, avendo Mattia più estimatori all’estero, ed anche di un certo livello (come il Barcellona). Anche qui, la separazione delle strade è cosa buona e giusta per entrambi.


3) Blaise Matuidi e Sami Khedira

Quando parlavamo di “giocatori a cui va tutta la nostra gratitudine” pensavamo prima di tutto a questi due. Due elementi fondamentali della Juventus di questo ciclo, due Campioni del Mondo, due calciatori decisivi. Ma, purtroppo, fisicamente logori.


Sami Khedira, il centrocampista più decisivo della stagione 2017-2018 (9 goal e 6 assist tra Campionato, Coppa Italia e Champions League), un incursore sopraffino di cui si è spesso sentita la mancanza, in questa annata in cui sono mancati i goal del centrocampo... È un giocatore giunto fisicamente a fine carriera. Ormai non utile al progetto, si prospetta per Khedira una cessione in Germania, per finire la carriera nel natio Stoccarda, oppure in MLS, a raccogliere gli ultimi milioni della carriera. Con grande nostalgia per quello che è stato.


L’altro campione del Mondo, il francese Matuidi, è inviso alla tifoseria perché reputato “storto”, “scarso” e non spettacolare. I limiti di coordinazione e le non eccelse capacità con i piedi sono dati oggettivi, così com’è oggettivo che Blaise sia stato campione del Mondo ed elemento fondamentale per Deschamps, equilibrando la squadra e dando libertà tanto a Griezmann che a Mbappé (un po’ come quel Giroud che di goal ne fece 0...). Elemento insostituibile tanto per Deschamps che per Allegri, Matuidi si trova tra i sommersi perché ha mercato e perché probabilmente alla Juventus di Sarri non servono più giocatori dalle sue caratteristiche e con i sui compiti. La speranza è che i tifosi non debbano rimpiangere di averne chiesto la testa, se i suoi sostituti non saranno alla sua altezza.


4) Douglas Costa

Che ne è stato di Flash? Del giocatore accolto come un Messia dopo Cardiff? Dell’uomo che ha mandato in bambola difese di ogni dove? Possibile che si sia ridotto ad un Elia qualunque? No, certamente no.

Tuttavia alcuni limiti caratteriali tipici dei brasiliani (vedi la predisposizione a passare più tempo su Fortnite che ad allenarsi), una imprevista fragilità fisica e la prevedibilità derivata da condizioni fisiche e mentali non eccellenti l’hanno reso un elemento sacrificabile per questa Juventus.


Fino all’estate scorsa sembravano follia ed oggetto di sberleffi le uscite di “Repubblica” e della stampa sportiva che davano la Juventus pronta ad accettare 60 milioni dallo United o dal City per lui, oggi c’è da sperare che queste offerte si ripresentino e concretizzino. Douglas può essere il sacrificato eccellente per sistemare il bilancio o per arrivare a qualche Grande Giocatore utile per sistemare altri reparti (qualcuno ha detto “Gigante Nero”?) senza dover poi tappare un buco troppo grosso. Grazie di tutto, Flash, ma ormai la bufera è arrivata anche per te.


5) Gonzalo Higuaìn

Si potrebbe dire qualsiasi cosa su “Golzalo”, nel bene e nel male. Il chiaroscuro e il peso (sia quello fisico che quello delle aspettative che quello dei sacchi di milioni depositati suo conto di De Laurentiis) ne hanno contraddistinto l’intero percorso alla Juventus, passando per momenti di luce sfolgorante (NOOOOOOOOO!) che per bui profondi (tipo il periodo al Milan).

Higuain, il Pipita, non è più utile a questa Juventus. Ed è molto amaro dirlo. La speranza è che l’attaccante possa recuperare mentalmente per finire degnamente la carriera al River o in qualche altro lido, facendo tramontare il sole sulla propria esperienza juventina con, magari, un trofeo in più. Grazie di tutto, Gonzalo.

Pic: Valerio Pennicino, Juventus F.c.

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