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La rivoluzione verde della Juventus: linee guida

Immagine del redattore: Nicola GarzarellaNicola Garzarella



La Juventus non è una società che può permettersi di commettere errori. Il mondo del calcio è un vortice tumultuoso che, nonostante nove anni di incontrastato dominio, è in grado di spazzare via qualunque velleità. Proprio per questo motivo è importante non perdere mai di vista il presente che, come storia comanda, deve essere vincente; è altresì fondamentale però avere sempre uno sguardo lungimirante sul futuro.


In questo senso la "rivoluzione" voluta dalla dirigenza bianconera in estate è stata più che mai necessaria per garantirsi un futuro all'altezza del proprio passato.


Discreta attenzione in questa "rivoluzione", forse per la prima volta, è stata rivolta verso il mondo dei giovani considerato, a ragione, uno dei migliori modi non solo per rinnovare le fila della prima squadra ma anche per tenere a galla il bilancio con un intricato meccanismo di plusvalenze e scambi.


D'altronde gli investimenti importanti sugli under sono diventati ormai una piacevole consuetudine dei top club europei. Si è sempre più propensi a scovare i campioni del domani prima che diventino tali in modo da evitare di strapagarli e al tempo stesso permettendo loro un facile inserimento nel contesto di squadra.


La Juventus non è sempre stata un felice modello in questo ambito. Per anni tanto potenziale è stato scialacquato per incomprensioni tecnico/tattiche o per semplice miopia; tuttavia dopo il lancio della squadra u23 qualcosa sembra cambiato.


Un progetto unico in Italia, costoso e di difficile realizzazione, che però sta regalando grandi soddisfazioni ( come la vittoria della Coppa Italia di categoria lo scorso anno) alla società piemontese.


La stagione in corso poi sembra aver portato le due realtà a vivere una relazione quasi simbiotica. Finalmente la Juventus u23 non è più percepita come qualcosa di distante, persa nei meandri oscuri della Serie C ma viene considerata come un'estensione di Madama in un mondo che per ora sembra precluso a molti.


Il trait d'union tra i due mondi è senza ombra di dubbio la dirigenza bianconera più che mai attenta e precisa, soprattutto in tempi incerti ed economicamente instabili come questi.


PARATICI, NEDVED E PIRLO, UNA PRESENZA COSTANTE


Non è passato in sordina nel recente passato la presenza delle alte sfere della prima squadra a partite ed allenamenti di Primavera ed Under 23 anche a ridosso di impegni di Serie A e/o Coppa Italia.


Tale vicinanza ha un duplice significato unitario e stimolante; se da un lato infatti si cerca di far capire che tutti fanno parte dell'universo Juventus dall'altro si pone la giusta pressione su dei ragazzi spesso ai primi sprazzi di calcio vero e con tanta voglia di mettersi in mostra dinanzi all'allenatore e ai dirigenti della società madre.


Proprio la figura di Pirlo è centrale in questo continuo e parallelo sviluppo delle due realtà. L'allenatore in origine scelto proprio per guidare l'under23 si è ritrovato all'improvviso a fare i conti con i pro ed i contro dell'essere il coach della Juventus. Tuttavia il Maestro non ha abdicato dal suo credo e sin dal principio ha spalancato le porte della prima squadra ai giovani meritevoli avendo sempre un'occhio di riguardo per quelli che sarebbero dovuti essere i suoi giovani alunni.


Frabotta, Dragusin, Fagioli, Rafia (quest'ultimo addirittura decisivo contro il Genoa in Coppa Italia) sono solo alcuni dei nomi che ormai fanno la spola tra Juventus dei grandi ed under. Il loro impegno, più volte lodato da Pirlo, li ha resi membri effettivi delle rotazioni bianconere risultando ormai a tutti gli effetti membri di quella "panchina lunga" tanto invidiata fuori dalla Continassa.


Oltre al lavoro pratico di Pirlo e del suo staff però non va sottovalutato quello del duo Paratici-Nedved. I troppo spesso criticati ( a torto ed a ragione) dirigenti bianconeri hanno negli ultimi tempi svolto un lavoro impeccabile di scouting e consolidamento finanziario e calcistico della realtà giovanile dall'under 17 all'under 23.


Molti colpi passati sottotraccia (Barrenechea, Soulè tanto per citarne un paio dei più noti) sono oggi uomini fondamentali per le ambizioni di vittoria delle nuove leve bianconere.


Una menzione d'onore in particolare è da riservare a Fabio Paratici. Non è mia intenzione santificarne l'operato in ogni sua parte, però è giusto tributargli i giusti meriti in questo campo. Il lavoro certosino svolto per rinnovare una squadra ormai logora ha portato all'arrivo di giocatori come Demiral, Kulusevski e, ultimo ma non meno importante. Weston McKennie. L'ex braccio destro di Marotta insieme al fidato Cherubini inoltre è uno dei motori propulsori di un progetto under che mira ad allinearsi al gotha del calcio europeo.


L'importanza dell'under23


La crescita continua ed inesorabile dell'under23 juventina sta portando diverse società a fare le dovute valutazioni. E' vero come burocraticamente ed a livello economico non sia facile sostenere le spese di una Squadra B ma è altrettanto vero che tale compagine rappresenta il primo vero trampolino di lancio per molti giovani che in uscita dalla trafila delle giovanili hanno bisogno di un ulteriore step prima di approdare in prima squadra.


Senza uscire dall'ottica della squadra madre un giovane può mettersi alla prova in un campionato duro, seppur qualitativamente rivedibile, come la Serie C.


E' un processo che conviene a tutti.


La società testa l'approccio e la qualità dei propri giovani permettendogli di giocare senza girovagare tra prestiti vari dove spesso vengono scavalcati da veterani o comunque da calciatori ritenuti più pronti; il ragazzo dalla sua intravede la possibilità di giocare in prima squadra dando il meglio di sé.


Negli altri paesi i campionati u23 sono realtà da anni, in Italia la Juventus viene vista ancora come futurismo calcistico.


Il calciomercato 2.0


L'ultimo punto di questa analisi è dedicato al mercato come già anticipato poco sopra. Come ovvio non tutte le promesse si concretizzano e molti giovani diventano pedine di scambio per coetanei magari più pronti ed utili alla causa, oppure mero materiale da plusvalenza nell'ambito di scambi tra società.


In questa sorta di calciomercato 2.0 le valutazioni si fanno più con un occhio al bilancio che all'effettivo valore del giovane in questione. Tuttavia il vantaggio di avere una selezione under23 è proprio nel permettere di aggiustare per eccesso il costo di un cartellino.


Al talento infatti si aggiunge la dimensione del professionismo che rappresenta spesso un plus agli occhi di società bisognose di giovani abili ed arruolabili sin dal primo momento.


Non è mia intenzione entrare in questo complesso e stressante mondo fatto di numeri, calcoli cervellotici e di termini come "ipervalutazione"; tuttavia è giusto precisare che quando si tratta di un giocatore under 17/19 o 23 è difficile avere una percezione chiara di quale possa essere il suo futuro ed il suo talento, men che meno il suo valore.


Non tutti i giocatori giungono a maturazione nello stesso momento ed i fenomeni sono merce introvabile più che rara. Avere la possibilità di testarne le qualità prima di darne un giudizio definito è senza dubbio il vantaggio più grande che offre una Squadra B.


La Juventus in questi ultimi nove anni ha vinto più di chiunque altro in Italia e ha creato un modello vincente parzialmente replicato dalle dirette rivali; nel mentre ha colmato a sua volta il gap che si era creato a livello giovanile rinforzando e rinnovando da zero ogni singolo settore con risultati buoni oltre ogni più rosea aspettativa.


Il futuro, seppur minuziosamente programmato, non sappiamo cosa ci riserverà ma dopotutto tutti conosciamo qual è il motto della Vecchia Signora.


Nel mentre rimanete sintonizzati poiché, dopo questa introduzione, nelle prossime settimane cercheremo di scoprire ed indagare meglio il mondo delle under bianconere per cercare di conoscere meglio talenti e prospettive della miglior gioventù bianconera. Dopotutto di vincere non si è mai sazi, soprattutto alla Juventus.














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