Pro Patria - Juve U23: i bianconeri capitolano al termine di un match pirotecnico
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  • Danilo Ceci

Pro Patria - Juve U23: i bianconeri capitolano al termine di un match pirotecnico

La vittoria e l'insperato pareggio in rimonta nelle ultime due gare di campionato parevano poter rilanciare le ambizioni e l'entusiasmo di un gruppo di ragazzi reduce da periodo lungo e parecchio complicato.

Tuttavia le ferite, quelle più profonde, fanno fatica a rimarginarsi in fretta, e tornano a sanguinare alla prima difficoltà. Così non ci resta che raccontare l'ennesimo insuccesso stagionale di un gruppo incapace di trovare la quadra dopo un anno e mezzo dalla sua fondazione.

Se da un lato l'ultima partita ci ha mostrato una Juve in grado di poter tornare a pungere, creare occasioni da gol e impensierire gli avversari, dall'altro ha evidenziato evidenti pecche di natura difensiva e una solidità compromessa, palesata anche nelle ultime uscite. Non appena l'azione si sposta nei pressi dell'area di rigore bianconera, si ha sempre l'impressione che possa accadere qualcosa.

Questo non è tollerabile, soprattutto in un campionato come la serie C, che spesso rende ostiche le rimonte, e di contro premia più facilmente le formazioni abili a trovare il vantaggio per prime. La Juve probabilmente non meritava questa sconfitta per 3-2, in quanto è riuscita per due volte ad annullare il vantaggio avversario. Subisce peraltro il terzo e decisivo gol proprio nel suo momento migliore, quando c'era la sensazione concreta di poter mettere in tasca i tre punti.

Non è mancata la sfortuna, né tanto meno una condotta di gara parsa francamente a favore della compagine casalinga, con una gestione di falli e cartellini abbastanza a senso unico. I giovani bianconeri tuttavia sono consapevoli di come non ci si possa nascondere dietro questo tipo di attenuanti se si vuole crescere. È dunque necessario un cambio di marcia importante per salvare una stagione impervia ma non ancora irrecuperabile.


L'avvio di gara si rivela subito in salita: minuto 10, Mastroianni approfitta di una difesa juventina a dir poco svagata e innesca Kolaj, il quale batte Loria e porta avanti i padroni di casa.

La reazione della Vecchia Signora però è puntuale, e appena dieci minuti dopo trova l'1-1 con Muratore, autore di un bel tiro angolato al limite dell'area in grado d'infilare Tornaghi. Il finale del primo tempo mostra una Pro Patria più in palla, propositiva e che ai punti meriterebbe qualcosa in più della Juve.

La ripresa inizia sullo stesso imprinting della prima frazione, e infatti la squadra di Javorcic trova il nuovo vantaggio al 50' con Colombo, servito da un assist maldestro del bianconero Portanova, intento ad allontanare il pallone di testa dalla propria area di rigore. La Juve però non si dà per vinta, e rinvigorita dagli ingressi in campo di Clemenza, Touré e Olivieri, torna a premere con insistenza, finché non riporta il risultato in equilibrio al 57': lo stesso Olivieri si rende protagonista di una strepitosa discesa sulla sinistra e sforna col mancino un cross vellutato, sul quale si avventa il neoacquisto Marchi, che colpisce di testa e insacca alle spalle di un impalato Tornaghi. La Juve, guidata da uno scatenato Olivieri, ha ora la sensazione di tenere le redini della partita tra le mani, e cerca con ostinazione e rinnovato entuasimo il vantaggio. Proprio nel suo momento di maggior sofferenza, la Pro Patria rialza la testa e si riporta avanti al 71' con Palesi, bravo a sfruttare un batti e ribatti nell'area di un'"impanicata" difesa bianconera.

A quel punto la gara segue una direzione ben precisa e la squadra di Pecchia, malgrado tanta forza di volontà, non trova le energie per una nuova reazione, eccetto che per un bel colpo di testa di Mulé a 10' dalla fine. La Pro Patria sporca la partita come può, attraverso perdite di tempo, falli tattici, interruzioni e qualsiasi tipo di astuzia, sempre agevolata dal direttore di gara. Il forse eccessivo ma comprensibile nervosismo dei bianconeri, culmina con l'espulsione di Fagioli subito dopo il fischio finale, reo di aver mandato a quel paese l'arbitro per aver fischiato con qualche secondo d'anticipo la fine delle ostilità tra le due compagini.

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