La Juventus si impone nel primo vero match scudetto della stagione e per la prima volta batte una delle contendenti.
Ma è andato tutto veramente bene come lascia pensare il risultato?
Proviamo a fare la nostra analisi.
Il primo aspetto da considerare sono le assenze, importanti per entrambe le squadre, pesanti e determinanti per i rossoneri.
La squadra di Pioli affronta subito con pressione molto alta i bianconeri, lo fa come se non avesse importanti defezioni nel suo schieramento.
Questo è un indice molto importante su come il Milan creda nell’obiettivo finale (il titolo), anche se pubblicamente si parli di zona Champions.
In questa fase, e in realtà in buona parte della partita, quando la Juventus prova a iniziare il gioco dal basso, con la contemporanea assenza di Alex Sandro e Cuadrado, non riesce a costruire un’azione lineare e gestire palla in modo pulito.
Lancio lungo del portiere.
Ricordiamo approssimativamente circa 12 lanci lunghi a saltare la pressione del Milan – risultato palle prese o tenute = nessuna.
L’assenza del giocatore fisico per questa soluzione è lampante da due anni ormai; dopo la partenza di Mandzukic la Signora è l’unica tra le grandi a non avere un giocatore con queste caratteristiche.
Palla scoperta
Si sono visti tanti passaggi pericolosissimi in orizzontale, a palla scoperta e a campo libero. Fortuna che il Milan ieri aveva assenze pesantissime altrimenti sarebbero state tutte situazioni letali.
Il Milan faceva una ottima fase di pressione, a differenza degli uomini di Pirlo, ma le assenze di Ibrahimovic, in particolar modo, Rebic ma anche Saelemaekers, faceva modo che non vi fossero soluzioni di pronta conclusione.
Tra le lacune più evidenti - siamo consapevoli che stiamo parlando di una importante vittoria, ma i problemi ci sono - il non saper usare il corpo per difendere palla.
Questa è una lacuna risolvibile se affrontata subito e non più ignorata, perché è inconcepibile che una delle grandi della serie A non utilizzi questa forma di malizia, soprattutto se costantemente aggredita dal suo avversario (come si è visto spesso in questa prima parte della stagione).
Gli unici elementi che sanno come si fa sono: Ronaldo - ieri molto in sacrificio- e Rabiot, che tende a dimenticarsi di questa sua dote.
Gravissimo, invece, che non si sia lavorato su questo aspetto con Rodrigo Bentancur, giocatore dal fisico imponente, ma assolutamente incapace di usarlo a suo vantaggio.
L’uruguagio deve imparare, inoltre, a spendere i falli con più raziocinio, ogni tanto ci pare completamente annebbiato.
Spesso è ammonito proprio per falli inutili in zone dove non serve intervenire. Proprio ieri è stato graziato dall’arbitro Irrati, sulla cui prova stendiamo un velo pietoso.
Ma c’è anche qualcosa di buono?
A parte il risultato, sì, c’è anche qualcosa di buono, proviamo ad illustrarlo.
Prima partita tattica di Pirlo
Ieri ha messo Chiesa su Theo Hernández per impegnarlo in fase difensiva e la scelta si è rivelata micidiale. Questo perché è abbastanza conosciuta la poca propensione difensiva del difensore francese, le cui lacune in marcatura si sono palesate tutte.
Federico Chiesa ieri era l’unico che cercava costantemente l’uno contro uno e attaccava la profondità, il suo inserimento procede più che bene.
Altra mossa è l’utilizzo di Frabotta in una partita importante e nel suo ruolo (niente adattamenti): il 21enne ieri non ha fatto grandi errori ed è stato ammirevole nel farsi trovare sempre.
Non si nascondono i limiti tecnici, migliorabili, ma era sempre la persona “sbagliata” nel posto giusto.
Ronaldo è rimasto piuttosto avulso dal gioco, in molti si sono concentrati nel criticare la sua assenza, che a noi invece è apparsa più un sacrifico tattico per gli inserimenti di Ramsey, e Chiesa(primi due tiri).
Ma soprattutto dopo tanto tempo si è visto un Dybala attento a non scendere troppo a centrocampo.
Appare evidente il lavoro di Pirlo su questo aspetto tattico, ma soprattutto si è visto un Paulo Dybala impegnatosi a cercare di restare alto. L’assist per Federico è qualcosa di magico,
La mossa tattica dei giusti cambi con giusti movimenti dei due subentrati Kulusevski e McKennie.
Perché così tanti rilevi?
Perché se contro un Milan con sette pesantissime assenze (mancava l’attacco e il centrocampo) Szczesny risulta il migliore o tra i migliori, con 8 parate tra cui almeno 4 determinanti vuol dire che i problemi sono ancora tutti li.
Ultime due considerazioni sulla partita di ieri è l’età media complessiva delle due squadre, molto giovani rispetto alla media delle abitudini italiane.
Ma anche la partita dei doppi ex.
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