Conte Max, Acciuga, Acciughina sono i soprannomi coi quali, nel gergo giornalistico, viene chiamato l’attuale allenatore della Juventus Massimiliano Allegri.
In questa lista manca però il soprannome più celebre e utilizzato dal deep web bianconero, anche perché decisamente inadatto a contesti neutrali destinati al grande pubblico.
Ovviamente stiamo parlando di “El Cagòn” epiteto non lusinghiero che ormai da anni accompagna il tecnico livornese.
Le origini del soprannome
Il titolo onorifico di “cagòn” nasce durante la prima esperienza juventina di Allegri, precisamente in Juventus – Real Madrid del 5 maggio 2015, partita che finirà 2 a 1 per i torinesi, con Tevez protagonista sia in campo – segnerà il rigore decisivo – che fuori dal campo.
Sarà infatti l’Apache a battezzare con quel colorito soprannome Massimiliano Allegri: è l’86° del secondo tempo e Max decide di guadagnare tempo con una sostituzione: fuori il diez, dentro Pereyra. Il cambio manda su tutte le furie l’argentino che proprio uscendo dal campo farà la storia: “cagòn, puto!”, le parole di fuoco scagliate contro l’allenatore in panchina e traducibili, essendo teneri, come “fifone” o “cagasotto”.
Ma è successo davvero?
Non lo sapremo mai.
Di labiali non c'è traccia e le parole dell'Apache vengono riportate da un editoriale del quotidiano argentino Olé che aggiungerà il commento “¡Qué boquita!” gioco di parole tra “boccaccia” e “Boca Jrs.", squadra del cuore di Carlitos alla quale farà ritorno proprio alla fine della stagione.
In ogni caso, che sia successo o si tratti solo di una leggenda, il termine “cagòn” si cucirà come un vestito su misura sul toscano, con la tifoseria bianconera pronta a ricordargli quel giorno ad ogni sostituzione di un attaccante per un difensore negli ultimi minuti di partita.
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