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Immagine del redattoreCarlo Barone

“Natale allo Stadium” - un film di Federico Bernardeschi

Il “cinepanettone” è un genere di film squisitamente italiano - purtroppo. Dal 1983 ai tardi anni 2010, con varie denominazioni, il “film di Natale” targato fratelli Vanzina (e, successivamente, Neri Parenti) ha sempre fatto irruzione nelle sale cinematografiche italiane. Nasceva come genere satirico, anche interessante, per poi involvere nel grezzo ricettacolo di volgarità, battute scontate e comicità scatologica che si vede oggi.


Si chiederanno i nostri venticinque lettori: “Perché vi stiamo dicendo questo?”

Perché il modo in cui Federico Bernardeschi gioca e l’andamento della qualità delle sue prestazioni nel tempo ci ricorda molto l’evoluzione di questo genere cinematografico.

"Co' 'sta Juve... ho fatto 'na bbella cafonata, ahó!"

Riavvolgiamo il nastro al 2017: la Juventus scottata dal cappotto di Cardiff si presenta dalla storica “rivale” viola e porta con sé Federico Bernardeschi, al modico prezzo di circa 40,000,000 €. Un investimento importante, di quelli che “sanno” di crack, col ragazzo che sceglie la maglia numero 33 ma con molte voci che parlano di un futuro passaggio alla mitica 10…

Due juventini che aspettano da anni che Bernardeschi faccia le magie che ci si aspettava all'acquisto.

Quattro anni dopo ci troviamo a parlare di uno dei giocatori più bersagliati della rosa juventina, ritenuto da più parti un calciatore pessimo, i cui “fiori all’occhiello” sono lentezza, scarsezza tecnica e anche una certa quale stupidità tattica, un mare di guano da cui emergono ogni tanto piccole, sparute partite ben giocate; nonostante tutto, non sono pochi i tifosi che pensano che, alla fine, un rinnovo a stipendio ridotto se lo meriti perché, citiamo testualmente, “come riserva è ancora affidabile”.


Servirebbe, a questo punto, aprire una grossa parentesi su come Bernardeschi, per minutaggio e stipendio, non sia una riserva e di come la parola “affidabile” c’entri con lui come un vegano c’entra alla Sagra della Porchetta di Ariccia, ma sarà materiale per altri articoli...

Comunque sia, la percezione sui cinepanettoni era simile: dopo un certo tempo dalla nascita del genere, molti spettatori sapevano di trovarsi di fronte a un prodotto cinematografico di infima lega; eppure, si parlava di una comicità che aveva ancora il suo perché, i film comunque incassavano decentemente, alla fin fine una parte del pubblico li apprezzava, “una risata alla fine te la strappavano”.

Il percorso, come detto è simile: il promettente inizio di Bernardeschi, con numeri interessanti e gol occasionali ricorda l’impatto di “Vacanze di Natale”, con una comicità che si era già vista, ma che aveva qualche elemento nuovo, lasciava presagire un nuovo tipo di risata e di cinema. Magari un ritorno ai fasti della commedia all’italiana, quella comicità agrodolce che “fa ridere, ma fa anche riflettere”, non solo per il meme.

Guardando la locandina di "Vacanze di Natale", salta all'occhio una lieve somiglianza fra Jerry Calà e Bernardeschi... coincidenze?

Gli anni del calo sono quelli fra i ‘90 e i ‘00, in cui le prestazioni del Pibe di Carrara iniziano a calare di qualità e frequenza, analogamente nei cinema si vedono film sempre più grezzi e scontati, le battute si puerilizzano sempre di più e gli escrementi dominano ovunque.

Il culmine negativo è affine: possiamo dire che, a circa tre quarti della sua esperienza a Torino, Berna abbia offerto il peggio di sé; analogamente, a inizio anni 2000, si è visto il peggio del peggio cinepanettonesco, con “Natale sul Nilo” e, soprattutto, “Natale in India”, film che toccano vette inesplorate di schifo su pellicola, dove osano le aquile quasi.

Ora come ora quello che si vede è un ragazzo decisamente intristito e peggiorato tecnicamente, con nuovi moduli ed esperimenti tattici che servono solo a lenire talora il dolore; il paragone cinepanettonesco può essere il recente “Natale a 5 Stelle”, che abbandona la sala cinematografica tradizionale per sbarcare su Netflix; oppure, “Natale a Roccaraso”, pubblicato poco tempo fa sul canale YouTube della RAI; ogni tanto, qualcosina di carino salta ancora fuori, che può essere un filotto di due-tre partite ben giocate da “Berna”, paragonabile ad “Amici come prima”.

L'assist per il gol al Malmö di mercoledì sera dimostra come Berna sia ancora capace di giocate "delicatissime" (cit.)

Non ci è dato sapere come e se evolverà Berna; diciamo che, dopo “Amici come prima”, si sono viste aberrazioni come “Lockdown all’Italiana” (non è propriamente un cinepanettone, ma lo stile quello è) e “Natale su Marte”, che è in assoluto la più gigantesca presa in giro allo spettatore mai perpetrata su celluloide, per non parlare del fatto che era già stata teorizzata in “Boris-Il film”, E LO HANNO FATTO DAVVERO, RENDIAMOCI CONTO…

Ciò che cambia è che noi siamo tifosi, non spettatori: uno spettatore si limita a non gradire più un certo genere e magari smettere di fruirne; un tifoso ha un’emozionalità diversa, fa sempre molta più fatica di uno spettatore ad accettare l’idea che un suo beniamino sia diventato qualcosa di pessimo; per questo, la nostra speranza è che Bernardeschi riesca a evolvere dal cinepanettone ai film di Checco Zalone: qualcosa che sicuramente non tocca le vette di comicità divertente e sottile raggiunta da molti altri artisti, ma che quantomeno ti fa guardare due ore di spettacolo facendoti delle risate sane e godendoti il momento. Aggiungiamo anche che, secondo noi, sarebbe più sensato e gratificante per lui cercare questa serenità in altri lidi, con magari meno pressioni e più spazio personale ancor prima che sportivo.

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