I ragazzi di Pecchia non potevano concludere meglio quella che è stata una vera settimana da sogno. Lo scorso mercoledì, al termine di 120 minuti intensissimi, la Juve U23 aveva sconfitto la Feralpi Salò, ottenendo lo storico accesso alla finale di coppa Italia serie C.
Ieri però la squadra ha deciso di esagerare, regalandosi una straordinaria impresa ai danni dello "schiacciasassi" Monza.
La grandezza di questo successo è determinata innanzitutto dall'avversario, ambizioso club del duo Berlusconi-Galliani che ha sin qui dominato il girone A, distanziando il Renate 17 punti e portandosi già a febbraio con un piede e mezzo in B, ma anche dalle tantissime energie fisiche e mentali spese dai bianconeri pochissimi giorni prima in coppa, che rendevano difficilmente immaginabile un tale esito.
Questa è stata la chiara dimostrazione che se c'è entusiasmo, fiducia nei propri mezzi, convinzione e coesione si possono ottenere risultati insperati anche nelle mille difficoltà.
Sì perché la Juve u23 sembra aver finalmente aperto gli occhi, ora è consapevole della propria forza, sa quali sono gli obiettivi e li vuole perseguire. La scintilla tanto aspettata c'è stata e ora questo gruppo di ragazzi arde, non vede l'ora di dimostrare a tutti quanto vale.
Follia pensare di venir via da Monza coi 3 punti senza stillare numerose gocce di sudore. Difatti l'avvio di gara è molto favorevole ai padroni di casa e la Juve, un po' sulle gambe, pare poterci capire poco.
Dopo la primissima occasione di gara di marca bianconera, un diagonale di sinistro al 6' dell'eroe di coppa Zanimacchia, il Monza dà via a numerosi attacchi che stordiscono gli ospiti, facendoli barcollare pericolosamente.
Il vantaggio dei brianzoli è nell'aria e arriva al minuto 23': punizione calciata da Morosini dalla trequarti di sinistra, momento di caos in area e Finotto, più lesto di tutti, infila la zampata decisiva che porta avanti i suoi.
La Juve tenta una doppia timida reazione con Muratore prima e Zanimacchia poi, ma la clamorosa chance ce l'ha ancora il Monza per un possibile 2-0 che avrebbe potuto ipotecare la vittoria: altra discesa di Finotto sulla destra che mette in area un invitante cross rasoterra, ma Morosini, da due passi, fallisce incredibilmente il tap-in del raddoppio.
Da quel momento i bianconeri si rendono conto dell'enorme rischio corso, si compattano e tornano a macinare chilometri con la giusta intenzione e personalità.
Così riescono a fine primo tempo a riaffacciarsi dalle parti di Lamanna, abile a neutralizzare di piede un tentativo sotto porta di Brunori, ben servito da Di Pardo.
Ad inizio ripresa entrano Frabotta e soprattutto l'altro ex della gara Marchi, il quale ha fatto il percorso inverso di Mota e che, come vedremo, si renderà protagonista assoluto della rimonta.
La Juve rientra in campo con tanta ferocia e tenta di colpire l'avversario a spron battuto, ma così facendo si allunga in avanti e scopre il fianco alle ripartenze degli avversari, che rischiano di risultare fatali.
Come al '54, quando Anastasio approfitta delle praterie lasciate dalla retroguardia ospite, si invola verso la porta e colpisce l'incrocio dei pali con una gran botta.
Un brivido corre lungo la schiena di Pecchia, il quale però si rende conto come gli episodi possano far sì che l'inerzia della partita cambi improvvisamente traiettoria, e non cessa un attimo di incoraggiare i suoi calciatori.
Dopo un quarto d'ora di sostanziale impasse, arriva la svolta tanto attesa dalla Juve: Paletta, nel tentativo di sventare un'azione avversaria, entra in scivolata in area di rigore e tocca involontariamente il pallone con la mano, fermando la sua corsa. L'arbitro non ha dubbi e fischia rigore: dagli 11 metri ci va Marchi, un occhio a Lamanna, calcia e lo spiazza con una freddezza da polo nord.
Il tabellino segna 1-1 al 73', ma ora l'inerzia è tutta a favore dei torinesi, che spingono con una forza dirompente.
Paletta soli 3 minuti dopo decide di completare l'opera e sgambetta in area Di Pardo. Altro rigore concesso ai bianconeri, Marchi si ripresenta dal dischetto e fredda nuovamente il suo ex compagno, mandandolo dalla parte opposta al pallone.
La Juve si porta sul 2-1 tra le polemiche dei giocatori avversari e di un nervosissimo Brocchi, ribaltando insperatamente la gara sotto gli occhi di un corrucciato Galliani in tribuna.
Di lì in poi il Monza si riversa tutto in attacco e assedia i bianconeri, che soffrono e provano a resistere fino al fischio finale.
Ci mette una pezza Loria all'81', quando sventa con un intervento prodigioso il tiro di Iocolano, poi viene in soccorso un pizzico di fortuna al 86', sul tentativo di testa di Fossati, che, lasciato solo in area manca la porta di un nulla.
Le proteste dei brianzoli si fanno molto vibranti al 89' per un presunto fallo di mano Coccolo, che non viene però convertito in penalty dal direttore di gara, permettendo così ai rivali di tirare un lungo sospiro di sollievo.
La corazzata di Brocchi deve però desistere al fischio finale e un incontenibile Pecchia può finalmente esultare con i suoi giocatori, autori di una prova di grande spessore che consente loro di raggiungere i 33 punti in classifica, con la zona playoff a un passo.
Proprio da qui, si deve ripartire. Tutti insieme.
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