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Immagine del redattorePasquale Troiano

Mai una Joya in questa stagione, l’importanza di Paulo Dybala

La stagione bianconera sembra ormai essere giunta ad un punto di non ritorno, soprattutto in chiave scudetto: è a dir poco utopistico pensare di poter recuperare 10 punti all’Inter in 11 partite, a meno di un crollo a mo’ di harakiri dei nerazzurri.

Se anche dovesse realizzarsi tale situazione sembrerebbe quanto mai difficile pensare che questa Juve possa fare 33 punti da qui alla fine. Ci saranno infatti da affrontare Torino, Napoli, Milan, Atalanta, Fiorentina e Inter, insomma tanti scontri diretti che potrebbero ulteriormente peggiorare il nostro cammino.

Va da sé che si stanno già facendo una serie di valutazioni su Pirlo, sullo staff e sui calciatori, per capire cosa non è andato e dove poter migliorare.

Ma ciò che forse agli occhi di tutti non è apparso ancora chiaro è quanto la Juventus abbia sofferto e stia soffrendo l’assenza del suo 10, di Paulo Dybala.



Per quanto Ronaldo stia trascinando a suon di gol la squadra (capocannoniere della Serie A) si sente moltissimo la mancanza della Joya, del suo estro, della sua fantasia, delle sue giocate ma soprattutto dei suoi gol, con i quali probabilmente ora saremmo poco sotto l’Inter, o appaiati, e magari saremmo ai quarti di Champions League.


Paulo è quel tipo di calciatore che cambia radicalmente il modo in cui gioca la squadra, elevando il tasso tecnico delle azioni, cogliendo alla sprovvista le difese avversarie, triangolando magicamente con i suoi partner d’attacco, segnando punizioni per altri impossibili.

E quest’ultimo è un altro tasto molto dolente: CR7 ha una media spaventosamente negativa sui calci piazzati, la barriera è il suo bersaglio preferito, e mancando Paulo non sembrano esserci grosse alternative, tranne qualche rara eccezione in cui, forse, sarebbe meglio farle tirare a Bernardeschi (tanto, peggio di così…).


Anche in sede di mercato è stato fatto qualche errore, a gennaio, quando si è pensato che il reparto offensivo fosse a posto così, perché Dybala era in gruppo, poi si è infortunato e non è più rientrato (almeno per ora), e ci si è accorti che Morata da solo non poteva reggere tutto l’anno l’attacco insieme a Cristiano, e che Kulusevski non era adattabile al 100% in quel ruolo.


E non potendo inserire Paulo negli schemi abbiamo perso punti su punti, fino ad arrivare a domenica scorsa, in casa, col Benevento, senza ricambi in attacco dalla panchina.

Col Diez, molto probabilmente, sarebbe andata diversamente.


Infine, in ottica rinnovo, che appare sempre più lontano stando alle ultime dichiarazioni di Nedved che di fatto ha messo Paulino sul mercato, sembra quasi incomprensibile come la società voglia privarsi di un giocatore attaccatissimo alla maglia, ai tifosi, alla città, che ha trascinato la squadra negli ultimi anni.


Da quel che filtra negli ultimi giorni, dalla prossima stagione si vuole dare una sforbiciata alla rosa, con il probabile ritiro di Chiellini post Europeo e con Bonucci (le cui primavere iniziano ad incidere anche fisicamente) che giocherà tendenzialmente un po' meno. In ordine di presenze sarebbe proprio Dybala il prossimo capitano (ha già indossato la fascia in alcune partite), cosa graditissima alla stragrande maggioranza dei tifosi che vedono in lui il “vero capitano” al posto di Bonucci al quale quel passaggio tocca e fuga al Milan non viene perdonato.


Ricostruire senza Paulo sembra il primo grande errore di una stagione che è ancora lontana dall’iniziare. La Juve, ora più che mai, ha bisogno della sua Joya, del suo Diez che le illumini la via.



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