È un punto carico di amarezza e rimpianti quello che i ragazzi di Pecchia sono riusciti a portare a casa in seguito alla delicata sfida contro i lombardi.
La Juve, reduce da 2 vittorie consecutive, aveva tutti i favori del pronostico contro un Lecco penultimo in classifica, al centro di controversie economiche e societarie ed entrato in un vortice negativo fatto di 4 sconfitte nelle ultime 4 partite. Il calcio tuttavia insegna che di scontato non c'è mai nulla, a maggior ragione in categorie come la serie C, caratterizzate sempre da campi ostici e trasferte insidiose. Soprattutto partite interminabili, che non ci si può permettere di giudicare concluse fino all'udire del triplice fischio.
Questo 1-1 suggerisce che la Juve U23 abbia già raggiunto una personalità tale da giocare a viso aperto e "fare la partita" anche fuori dalle mura amiche e in situazioni ambientali scomode, ma non ancora una maturità sufficiente da consentirle di mettere in ghiaccio i 3 punti, che sia concretizzando le occasioni per chiudere la contesa, oppure gestendo il vantaggio minimo.
La gara si è rivelata scorbutica sin dai primi minuti ed è proseguita su questa falsa riga un po' per l'intera durata: spintoni, provocazioni, proteste veementi, accenni di risse, animi accesi. Ridotto spazio al calcio dunque nel primo tempo, nel quale si è fischiato tanto e si è giocato poco. Nonostante ciò è apparsa subito chiara l'intenzione dei bianconeri di voler comandare e dirigere il match a proprio piacimento, sebbene lo si sia fatto solo ad intermittenza.
A guidare buona parte delle sortite offensive degli ospiti è stato Olivieri, l'uomo più ispirato dei suoi e autore del gol che ha portato in vantaggio la Juve al 54', bravo ad approfittare di un mischione in area e a battere il portiere avversario da due passi. Da quel momento il Lecco ha provato a reagire, portando una pressione più alta e cercando un gioco più diretto e verticale, ma le occasioni da rete più clamorose sono state ancora quelle bianconere. Da non credere l'errore sotto porta di Touré al 67', che, servito dal solito Olivieri, avrebbe dovuto solo appoggiare la sfera in rete a mezzo metro dalla linea di porta. Il centrocampista tedesco, tuttavia, pensa bene di indossare i panni del difensore avversario, svirgolando il pallone e allontanandolo dall'area di rigore. Al 90' è Mota Carvalho a strozzare in gola l'urlo dei suoi per la rete che sarebbe valsa il 2-0 e la vittoria ormai certa: partendo quasi dalla linea di metà campo, il lussemburghese si lancia in una percussione centrale ad altissima velocità e punta 3 giocatori avversari, saltandoli a turno, ma sul più bello, stanco per la lunga cavalcata, non riesce ad angolare la conclusione che invece spara addosso al portiere avversario. È solo a quel punto che il Lecco gioca la sua ultima carta: arbitro quasi col fischietto in bocca, ultima azione alla disperata, Negro riceve la sfera al limite dell'area, tenta un tiro a rientrare che diventa assist involontario per Capogna, che in allungo getta la sfera alle spalle di Loria.
E 1-1 fu. Un punto guadagnato, ma soprattutto altri 2 lasciati sul campo. Si riparte da qui, con un pizzico di delusione ma con i playoff che distano solo 3 punti e una partita ancora da recuperare.
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