Lazio – Juventus, come pochi secondi possono farci andare di traverso il pranzo domenicale
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  • Immagine del redattoreFrancesco Rea

Lazio – Juventus, come pochi secondi possono farci andare di traverso il pranzo domenicale


Possono 30 secondi ribaltare un risultato? Probabilmente nel calcio ne bastano anche meno. Situazioni racchiuse in frazioni di secondo possono vanificare gli sforzi fatti se non affrontate con il giusto atteggiamento: l’epilogo della partita di questo pomeriggio con la Lazio ne è stata l’ennesima prova.

Dopo una gara del genere rimane soltanto grande amarezza per gli ennesimi due punti lasciati indietro, per non aver raccolto il massimo da una buona prestazione complessiva e per il modo in cui è arrivato il pareggio finale.

Come detto, la squadra ha disputato una buona partita, riuscendo ad esprimere una discreta fase offensiva e a contenere una Lazio sempre pericolosa, sebbene priva di alcuni titolari dal grande peso specifico. La differenza questa volta l’hanno fatta i dettagli, e se è vero che una squadra altro non è che la somma dei singoli componenti, andiamo ad analizzare le prestazioni individuali attraverso banalissime pagelle.


Szczesny 6: mai chiamato veramente in causa, speriamo sia sempre così. Sul gol non può nulla.


Danilo 6,5: altra prestazione solida e di qualità. Inizia a non sorprendere più, ci dobbiamo abituare?


Bonucci 6: personalmente non riesco a penalizzarlo troppo per la marcatura su Caicedo nell’ultima, fatale, azione. Partita senza particolari sbavature, due ottimi anticipi sugli attaccanti avversari e lanci velleitari ridotti al minimo.


Demiral 6,5: finalmente una prestazione in linea con la passata stagione. Ottimo il posizionamento in area e in situazioni di palla scoperta, buona e soprattutto controllata l’aggressività nei contrasti e nei duelli in area.


Cuadrado 7: uomo in più. Come quello che garantisce con una quantità innumerevole di dribbling riusciti. Qualche piccolo errore in fase difensiva ma più che compensati da ciò che garantisce in fase di uscita bassa e aldilà della linea di metà campo (altro assist da aggiungere al taccuino).


Frabotta 5,5: prestazione senza infamia e senza lode del pupillo del Mister Pirlo. Le aspettative su di lui non sono altissime, lui lo sa e fornisce una gara di corsa e sacrificio.

Rabiot 6,5: il centrocampista francese non sfigura nel confronto con Milinkovic-Savic. La sua è una partita di buona qualità nell’impostazione e giusta aggressività in mezzo al campo. Beneficia della scelta tattica di Pirlo, che decide di defilarlo sulla fascia sinistra per allargare la squadra e facilitare il giro palla. Interessante vedere se sarà riproposto in questa posizione in futuro.


Bentancur 5- :altra partita incolore, altra occasione persa nella corsa alla titolarità. Primi 20 minuti di buon livello, ma piano piano scompare dal campo. Ci ricorda della sua presenza per alcuni falli ingenui, per palloni persi e per l’immancabile ammonizione. Voto 2 per la prontezza con cui affronta Correa in occasione dell’azione del gol biancoceleste.


Kulusevski 6+: contrariamente all’andamento del resto della squadra, il suo impatto nella gara cresce con il tempo. Un pò fuori dalle trame offensive nella prima mezz’ora, inizia ad ingranare già a fine primo tempo, con una cavalcata poderosa che frutta una punizione dal limite. Nel secondo tempo è uno dei pochi che riesce ad allungare la squadra con strappi palla al piede. Da migliorare la gestione del contropiede e la qualità nell’ultimo tocco.


Morata 6,5: partita di sacrificio al completo supporto della squadra. Riesce a difendere palloni importanti e a favorire la risalita del campo. La crescita avuta dallo spagnolo è evidente proprio nella gestione di alcuni palloni lontano dalla porta, nella capacità di lottare, anche da solo, contro le difese avversarie e nella lucidità che mantiene sotto sforzo.


CR 7: poche parole per lui… sempre decisivo, oggi anche sfortunato. Pelo nell’uovo? Accentra le scelte d’attacco dei compagni, ma non è colpa sua.


Subentrati

McKennie 6 (76’): 20 minuti di buona qualità. Non riesce ad esprimere il suo gioco con la squadra già arroccata per prepararsi all’assedio finale. Ad oggi gli possiamo soltanto chiedere di infuocare la concorrenza per un posto da titolare.


Dybala 6 (76’): non è il voto ma i palloni che riesce a perdere sui 16 toccati. Entra con la volontà di aiutare la squadra e farla rifiatare. Il risultato è poca roba, ancora fuori forma e fuori dal gioco. Si intestardisce in giocate palla al piede e piroette dalla dubbia utilità. Nei periodi di scarsa forma fisica e in cui si vede poco il campo, sarebbe opportuno limitarsi a fare cose semplici… come uno stop. Il voto impietoso è solo una conseguenza: D-U-E.


Bernardeschi S.V. (89’): giusto in tempo per partecipare alla festa. Anzi no. Il senza voto di questi tempi è un lusso.


Mr Pirlo 6: mette in campo una squadra quadrata e con le idee chiare che si traducono in un’ottima prima mezz’ora. Forse una gestione differente delle sostituzioni avrebbe portato altri risultati, o forse no. Per ora i principi di pressing alto e aggressione a tutto campo restano argomento di interviste e conferenze pre-post partita, in campo si vede altro. Ma è presto, la squadra migliora ed è questa l’unica cosa che conta, o forse no.

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