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Immagine del redattoreMichela Vargiu

La trasformazione di Joao Cancelo, l'arma in più di Pep Guardiola



In questa stagione anormale molto si è parlato di Joao Cancelo, giocatore che abbiamo avuto il piacere di osservare da vicino per un solo anno.


Cancelo muove i primi passi nel calcio dei grandi col Benfica, per poi passare al Valencia per 15 milioni di euro. Nel suo periodo in Spagna attira l’attenzione degli osservatori dell’Inter, che lo portano in prestito a Milano. Dopo la breve esperienza all’Inter, la società nerazzurra non ha riscattato Cancelo che è quindi passato alla Juventus definitivamente per una cifra attorno ai 40 milioni di euro.


L’annata in bianconero ha sottolineato le doti offensive ma anche i limiti di un giocatore con tanta qualità tra i piedi ma ancora acerbo dal punto di vista difensivo, protagonista di prestazioni positive alternate a prestazioni negative. Nel primo anno al City, la situazione cambia ben poco, scenario diverso, stesso copione. Cancelo, seppur fortemente voluto da Pep Guardiola, si ritrova in panchina come riserva del titolarissimo Kyle Walker. Nella prima estate da citizen addirittura, alcune voci di mercato lo vedono lontano da Manchester, ma la seconda stagione ha una trama ben diversa e ci consegna un giocatore strabiliante.


Non solo terzino destro, ma anche abile centrocampista spalle alla porta avversaria: Cancelo al City ha la possibilità di giocare come meglio riesce e sotto lo sguardo attento di Guardiola diventa l’arma in più della sua macchina perfetta.

Joao, parte da “falso terzino”, si accentra e riesce a esprimere al meglio il suo gioco sostenuto da giocatori dotati di gran qualità, così come lui. Da lui parte l’azione offensiva e molto spesso la stessa viene anche ultimata dallo stesso giocatore, un punto di riferimento per il possesso, presente e determinante in ogni fase.


Ma come mai non abbiamo avuto la possibilità di vedere l’esplosione di un giocatore, ad oggi così determinante, in Serie A?


Ci sono diversi fattori che ci portano a pensare che Cancelo, lontano dalla corte di Pep Guardiola, non sarebbe diventato quello che è oggi. Il portoghese al City ha trovato l’ambiente perfetto per crescere, la società gli ha dato fiducia dopo una prima annata deludente e il mister è stato in grado di reinventarlo alla luce delle necessità della squadra rendendolo un giocatore estremamente determinante.

Forse è proprio quello il segreto della crescita di Cancelo, Pep Guardiola.


In Italia si diceva che Cancelo non avrebbe voluto giocare a sinistra, che sarebbe stato meglio in una difesa a cinque: nessuno è stato in grado di modellare un simile talento come Guardiola. La serie A ha visto Cancelo protagonista di due stagioni altalenanti, eccellente in fase di spinta e nella trequarti avversaria, ma fortemente limitato in fase difensiva e sfortunato in alcuni episodi infelici.


Pensiamo al gol di David Neres in Ajax-Juve, al gol di Lukic nel Derby di Torino, tutti episodi che hanno messo in evidenza limiti che un giocatore della Juventus non dovrebbe avere e hanno portato Paratici ad accettare l’offerta del Manchester City che ha fortemente voluto Cancelo.


Il portoghese sarebbe diventato ciò che oggi, in quel di Torino?


Probabilmente non avrebbe mai avuto la libertà che oggi ha in campo e probabilmente nessun’altra squadra l’avrebbe messo nelle condizioni di fare ciò che oggi fa, ma sicuramente un giocatore del genere avrebbe detto la sua in campo in queste ultime due stagioni. In conclusione, oggi Cancelo è uno degli elementi chiave della miglior squadra d’Inghilterra e una delle favorite per la vittoria della Champions League. Un terzino moderno che, dopo diverse esperienze, è riuscito finalmente a esprimere tutto il suo potenziale accompagnato da Guardiola e dal suo City.

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