La tesi di Mister Pirlo. Parte prima.
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  • Nicola

La tesi di Mister Pirlo.

Aggiornamento: 18 set 2020

Parte prima: concetti di base. I giocatori e le loro caratteristiche.


È rimbalzato su tutti i canali mediatici l’elaborato che Andrea Pirlo ha presentato per il suo esame finale al master per allenatori UEFA, conseguito con votazione finale 107/110.

Introduzione

Sin dall'introduzione si possono notare alcuni passaggi che potremmo definire un po’ scontati: tutto sommato, nulla di cui stupirsi.

Nel calcio non si può pensare di salire su una base spaziale orbitante, è uno sport che esiste da quasi 200 anni.

Non mancano, ad ogni modo, degli spunti interessanti che andiamo a vedere.


< (...) Il “gioco” deve essere il filo conduttore della mia squadra. Intendendo per “gioco” quel filo conduttore composto da principi, posizioni ed emozioni tra i giocatori stessi.

Un gioco basato sul collettivo ma che sia in grado di esaltare le individualità più forti (...)>

Sicuramente positivo che il mister ponga l'accento sulle individualità: come dice qualche allenatore, vinci se hai i campioni, o almeno hai più probabilità di farlo.

Soprattutto in una rosa di alto livello appare sensato che, concettualmente, non si voglia imbrigliare il talento nella gabbia del rigore tattico.


< (...) I due principi cardine della mia idea di calcio sono legati al pallone:

vogliamo e dobbiamo tenerlo il più possibile finché attacchiamo e dobbiamo avere una ferocia agonistica forte per andarlo a recuperare subito una volta perso (...)>.


La ferocia di cui parla Pirlo può essere riconducibile, senza troppi dubbi, a quella appresa durante il suo primo triennio juventino con Antonio Conte.

Anche Lippi, ad onor del vero, teneva molto al concetto di ferocia (seppur in una accezione differente,ndr), quindi l’influenza potrebbe arrivare anche dal Viareggino, suo allenatore nella cavalcata trionfale del 2006.


<(...) Nel calcio moderno ormai il modulo di gioco sta cambiando la propria funzione. Da una disposizione statica dei giocatori si sta arrivando ad un’occupazione dinamica delle posizioni funzionali ai principi del modello di gioco.

Una disposizione che varia nelle due fasi (offensiva e difensiva) e nei momenti emozionali che si alternano in partita>.


Questo inciso fa pensare immediatamente ad una influenza di “acciughina”, così come il passaggio successivo.

< (...) Ricercheremo dunque giocatori tecnici e dinamici, dando importanza all'uno contro uno soprattutto per i giocatori esterni.

Attraverso le esercitazioni vogliamo aiutare i giocatori a riconoscere le situazioni ed adattarsi al contesto sempre più liquido delle partite (...) >.

Il concetto di “liquidità” sembra di piena ispirazione Allegriana.


I Giocatori ed i ruoli

Passiamo alla parte relativa ai ruoli.

IL PORTIERE:

È molto interessante il passaggio relativo al portiere.

< Oltre alle caratteristiche classiche del portiere nella difesa della porta, un portiere moderno non può non avere qualità nella difesa dello spazio in avanti e nel gioco in possesso palla.

La difesa dello spazio in avanti diventa fondamentale per coprire gli spazi con una linea difensiva alta ed aggressiva>.


Wojciech Szczęsny, data la sua abilità con i piedi - anche se talvolta dà l’idea di eccedere in fiducia- sembra proprio il "suo uomo".

Ma Wojciech sarà coinvolto anche successivamente, nella parte della tesi relativa fasi di gioco.


IL DIFENSORE CENTRALE:

Sul difensore centrale ci sono tante cose ormai scontate, ma c'è un passaggio che ha colto la mia attenzione.

< (...) ormai i “passaggi chiave” (trasmissione palla che supera una linea di pressione avversaria) dei difensori centrali stanno raggiungendo numericamente quelli dei centrocampisti centrali, da sempre leaders in questa importante statistica.


https://www.facebook.com/watch/?v=273906330446872&extid=JYvjbTd7Aug6hZGg


Anche in questo caso l'uomo giusto parrebbe essere in casa, e risponde al nome di Leonardo Bonucci.


I TERZINI:

Il progetto sui terzini, in estrema sintesi, lo si è visto applicato nell'unica amichevole e nelle partitelle di allenamento.

Si tratta, secondo Pirlo, di saper allargare lo spazio per “i bravi” nella fase di attacco, e di saper stringere per “i bravi” a difendere.


IL CENTROCAMPO:

La rivoluzione non poteva che essere a centrocampo. Questo non tanto perché è Andrea che scrive, ma perché analizzando i concetti esposti, e pensando alle diverse linee mediane juventine post 2016, si comprende la tremenda contrapposizione.


A) CENTROCAMPISTI CENTRALI:

< Il calcio degli ultimi 20 anni, con il Milan di Ancelotti, il Barcellona di Guardiola fino al Real di Zidane, ha dimostrato che non si può prescindere dalla tecnica dei propri centrocampisti.

Dopo un periodo storico dominato da centrocampisti fisici (anni 90’), si è riscoperta l’efficacia di giocatori tecnici e con grande visione di gioco in mezzo al campo.

Ovviamente a queste doti vanno aggiunte una buona dose di mobilità per poter eseguire più funzioni (costruzione e rifinitura per esempio) ed una predisposizione soprattutto mentale alla fase difensiva con riaggressione immediata in caso di perdita del pallone>.


Tutto quello che non si è più visto dalla partenza di gente come Pirlo stesso, Pogba, Vidal, Marchisio.

Il nostro centrocampo negli ultimi 4 anni è stato il reparto meno dotato e con più problemi di assortimento tra uomini.

Si può dire grosso modo che tutti avevano gli stessi difetti, piuttosto che ognuno una differente qualità.

L’eccessiva lentezza di pensiero si è unita alla lentezza di azione e ad una scarsa tenuta fisico-atletica.

Prima di Rabiot il giocatore più fisicamente dotato era Sturaro.


B ) GLI ESTERNI:


Il passaggio sugli esterni lo trovo inquietante. Sì, perché anche qui sembra di leggere tutto ciò che non vediamo da anni.


< Come per i difensori esterni, anche i centrocampisti esterni sono uno dei ruoli con maggior possibilità di flessibilità.

In base alle caratteristiche si potrà decidere di isolare in ampiezza il giocatore forte in 1vs1 (caratteristica fondamentale nel calcio di alto livello), o di portare dentro l’ala in zona di rifinitura sul piede invertito se abbiamo a disposizione un giocatore tecnico ed in grado di eseguire assist e passaggi smarcanti.

Anche qui la riaggressione a palla persa rappresenta una caratteristica fondamentale come per tutti i calciatori che agiscono nella metà campo offensiva>.


Se proviamo a pensare al solo ultimo passaggio il nome che ci viene in mente è quello di Bernardeschi, nome che inquieta parte della tifoseria bianconera Mentre sui due paragrafi iniziali si fa fatica a ricordare caratteristiche e situazioni positive.


L’ATTACCO:

anche qui scappa qualche ovvietà, con un passaggio che ha destato la mia attenzione:


< (...) l’attacco della profondità (anche corta) è un elemento molto importante e spesso è proprio l’attaccante che se ne occupa con continuità (anche se possono essere letali gli attacchi nello spazio dei centrocampisti o degli esterni).

In un calcio d’attacco con tanti giocatori offensivi (fra trequartisti ed ali) è necessario che l’attaccante sia capace di dialogare con tecnica ed intelligenza con i propri compagni per favorire gli inserimenti degli stessi>.


Un quadro che parametrizzato alla rosa attuale è un po’ preoccupante, e fa capire che in questo reparto la Società dovrà trovare risorse, mentre il mister dovrà dimostrare di sapersi arrangiare, proponendo qualche soluzione alternativa.


Nella seconda parte, in uscita a breve, ci concentreremo sui paragrafi relativi alle fasi di gioco.e gli spunti saranno molo interessanti.

Stay tuned

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