È di poche ora fa la notizia che Morata sarà presente – anche se in panchina – nella gara tra Genoa e Juventus.
La FIGC ha infatti accolto il ricorso presentato in merito al cartellino rosso ricevuto nei minuti finali della partita contro il Benevento dal giocatore iberico, riducendo la pena da due a una sola giornata di squalifica, già scontata contro il Torino.
Questo ci permette di fare un’analisi a freddo della vicenda.
L’antefatto
L’arbitro Pasqua ha appena fischiato la fine del match. Il risultato finale è di 1-1 tra la squadra campana e la compagine torinese.
Il bianconero Morata si sfoga con un “vergognoso”/”imbarazzante” – non c’è unanimità sulle parole pronunciate dallo Juventino – che gli vale il cartellino rosso “per avere, al termine della gara, sul terreno di gioco, rivolto al direttore di gara un’espressione irriguardosa, indirizzata al medesimo” come scritto dal giudice sportivo.
L’analisi della vicenda
È un po’ curioso questo allontanamento dal rettangolo per il calciatore a partita già conclusa.
Sia chiaro, a nessuno è permesso di rivolgersi in maniera irriguardosa verso l’arbitro, sia in quanto autorità nel campo da gioco sia in quanto altra persona che merita tutto il rispetto del caso.
L’accoglimento del ricorso però fa comunque venire naturali alcune riflessioni su quanto lo stesso fosse davvero così necessario e doveroso.
Si ricorda che i calciatori sono tutti impegnati in uno sforzo di tipo fisico e agonistico e che le imprecazioni e le reazioni scomposte – alle volte – sono parte stessa della prestazione.
Pare quantomeno severo allontanare un calciatore per una affermazione come “vergognoso” anche quando fosse diretta all’arbitro. E sembra essere della stessa opinione la FIGC visto l’accoglimento del ricorso e lo sconto di pena.
Senza voler fare fini analisi psicologiche ci sentiamo di mettere un po’ in discussione le capacità caratteriali di un direttore di gara che per così poco sventoli un cartellino rosso in una competizione dove si è soliti veder accettare comportamenti ben più gravi e irriguardosi, come blasfemie di vario genere – ormai più volte udite anche in mondovisione, non essendo attutite dal vociare dei tifosi – e i capannelli intorno all’arbitro in caso di scelte controverse dello stesso.
La disparità di comportamento non aiuta come al solito la classe arbitrale a fugare i dubbi e le facili dietrologie dietro il loro operato.
Si vuole forse dare un giro di vite alle parole dei calciatori durante le partite? Potrebbe essere, vista anche l’espulsione di Pinsoglio contro la partita del Torino per eccesso di foga nei festeggiamenti per il gol del 2-1, però non ci è dato a sapere per la solita incapacità del mondo arbitrale di comunicare le proprie direttive con l’esterno.
In conclusione
Tutto bene quel che finisce bene. La squalifica è già scontata e contro il Genoa il titolare sarà Dybala, chiamato a una gara di ben altro spessore rispetto alle sue ultime uscite, con la sicurezza per noi tifosi di un Morata sempre in grande spolvero in panchina, pronto a prendersi questa Juventus sulle spalle, come fatto già altre volte in questa prima parte della stagione.
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