La partita disputata in casa contro la Roma ha sicuramente lasciato l’amaro in bocca al popolo bianconero, il cui palato fine è stato messo a dura prova negli ultimi anni. Un primo tempo giocato a ritmi alti e con una buona intensità ha illuso la maggior parte dei tifosi juventini di essere davanti ad una squadra ritrovata e con idee chiare. Un secondo tempo scialbo e il pareggio subito, infatti, hanno riportato tutti quanti con i piedi per terra.
Se da una parte è stato importante registrare alcuni evidenti miglioramenti rispetto alla partita con la Samp (fare peggio era onestamente improbabile ndr), dall’altra non sono mancate alcune problematiche di lunga durata. Analizziamone un paio.
Tra le note positive certamente Danilo, che sulla falsariga della scorsa stagione ha fornito un’altra grande prestazione. Questa volta però nella posizione di centrale difensivo, è stato chiamato ad elevare la qualità della manovra dal basso, vero punto debole della trasferta a Genova. Compito che gli è riuscito egregiamente: il brasiliano ha reso l’uscita dal basso più fluida e allo stesso tempo imprevedibile, grazie alla ricerca di linee di passaggio interne e ai numerosi filtranti con cui ha messo in difficoltà la prima pressione giallorossa. Al suo fianco la prima fra le note negative. Sempre lui, Alex Sandro. Troppo spesso i suoi errori sono causa di punti persi, non aver ancora messo una pezza nel ruolo di terzino sinistro è forse una delle più grosse colpe della società.
Fascia sinistra che di certo non ha brillato per qualità e affiatamento. Davanti al numero 12 ha agito uno spento Kostic, incapace di supportare adeguatamente Vlahovic. Il nuovo acquisto ha mostrato un arsenale scarico, con poche variazioni nelle giocate e scarsa inventiva. La ricerca spasmodica del cross da ogni posizione non può essere la soluzione ai problemi offensivi di questa squadra. La società ha deciso di puntare ancora una volta sull’usato sicuro, ma per aumentare la qualità della rosa qualche rischio va preso. Lo dimostra Fabio Miretti, che con una prestazione sontuosa ha ripagato in pieno la fiducia di Max Allegri. Il centrocampista bianconero è stato fondamentale sia in fase di possesso, garantendo qualità e pulizia nella gestione del pallone, sia in quella di non possesso, spesso iniziando il pressing sul primo portatore della Roma.
Proprio l’aggressività e il pressing messo in atto fin dai primi minuti di gioco del primo tempo hanno portato al repentino vantaggio bianconero. La squadra ha mostrato una buona organizzazione tattica accompagnata da un atteggiamento coraggioso e propositivo. Il palleggio della squadra di Mourinho è stato così neutralizzato, favorendo il controllo della partita da parte della Juventus. Nel secondo tempo si sono però palesati i problemi riscontrati nel recente passato. La squadra ha mutato completamente atteggiamento, ha abbassato pericolosamente il proprio baricentro e ha ridotto la pressione offensiva. La componente fisica non sembra rappresentare l’indiziata principale, visto che a gol subito la squadra ha ripreso in parte il canovaccio mostrato nella prima frazione. Inoltre, è bene sottolineare che i cambi non hanno portato l’effetto sperato e la Juve non è più riuscita a rendersi più pericolosa nella fase finale della partita.
Tra molte luci, le ombre sono sempre le stesse. Se l’intensità mostrata con la Roma rappresenta un bel passo avanti, la scarsa produzione offensiva e la discontinuità di prestazione all’interno della stessa gara sono i difetti maggiori da correggere. In attesa che l’infermeria si inizi a svuotare…
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