Juve, hai scritto la letterina a Babbo Natale?
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  • Danilo Ceci

Juve, hai scritto la letterina a Babbo Natale?

È quel periodo dell'anno. Natale è alle porte e ci si chiede se ingozzarsi di buon cibo e stare un po' in famiglia, tra una partita a briscola e una a scarabeo, basti a risollevare un anno magro di soddisfazioni, ormai alle sue battute finali.


In verità c'è anche chi di gioie ne ha avute tante, ma noi juventini si sa, propendiamo sempre per la negatività e il pessimismo cosmico. È nel nostro corredo genetico.


Quest'anno in particolare ne avremmo ben donde, visti i risultati poco più che miseri ottenuti dai nostri eroi in bianconero, ma è pur vero che eravamo stati viziati fin troppo nelle ultime stagioni. La disabitudine alla non vittoria ha fatto sì che una buona fetta della tifoseria raggiungesse vette inesplorate di isteria e irritabilità, e che si creassero faide interne tra tuttapposters e psycodrummers che neanche i Guelfi e i Ghibellini.


La squadra sta rendendo ben al di sotto delle aspettative. Il ritorno di Allegri, rispolverato come un prezioso disco in vinile di cui si era persa traccia, ha fatto sì che le ambizioni, sospinte dalla nostalgia, tornassero elevate. Lottare per vincere in Italia e fare bene in Europa, dopo la stagione da Purgatorio con Pirlo a capo della nave. Al giro di boa ci si ritrova invece a fronteggiare a muso duro la realtà, che vede la Juve lontana quattro lunghezze dall'obiettivo minimo prefissato: l'accesso alla prossima Champions League.


È indubbio che la rosa sia migliore di quanto oggi racconti la classifica ed è lecito attendersi di più da determinati giocatori. È altrettanto evidente che l'organico abbia dei limiti strutturali e qualche rinforzo non guasterebbe.


Ci piace pensare che Cherubini e Nedved, un po' come facevamo noi da bambini ancora ingenuamente speranzosi in un lieto avvenire, abbiano scritto la letterina a Babbo Natale. Saranno stati dei bimbi buoni? Il mercato invernale porterà loro tanti bei doni?


Il minimo sindacale è la partenza di Aaron Ramsey, ormai un desparecido dalle parti della Continassa. Il "problema al polpaccio" che lo ha tenuto fuori dai convocati nelle ultime settimane somiglia molto a quel "i soldi arrivano domani", proferito a ripetizione da tale cialtrone Pietro Manenti nel 2015 quando era in procinto di poggiare le sue grinfie sul Parma.


Non ci crede nessuno. È risaputo che da tempo gli agenti del gallese siano a colloquio con la dirigenza per trovare una soluzione che possa accontentare tutti. Difficile una rescissione consensuale, date le alte richieste di buonuscita del giocatore, più probabile una cessione oltremanica, in prestito o a titolo definitivo che sia.


Se partisse il solo Ramsey, sarebbe difficile trovare dei regali di Natale sotto l'albero. Gli scenari cambierebbero qualora un altro centrocampista esca con lui dall'uscita principale.


Locatelli a parte, nessuno è considerato incedibile. Per Arthur, ritenuto da Allegri incompatibile con l'ex Sassuolo, si tenta di percorrere tramite il suo agente Pastorello, qualche pista estera a titolo temporaneo. Rabiot e Bentancur hanno ormai esaurito il credito dallo staff tecnico e sono stati ufficiosamente messi sul mercato, in attesa di richieste. Per McKennie c'è l'ipotesi Premier, sebbene sia reputato uno dei meno sacrificabili.



L'eventuale profilo gradito in entrata, è quello di un centrocampista muscolare che possa sia giocare da mezz'ala in un centrocampo a tre, che affiancare Locatelli in una mediana a due, con compiti prettamente difensivi. Piacciono molto Zakaria e Koné del Borussia Moenchengladbach, ma si valutano anche altre opzioni come Kamara del Marsiglia ed altri tuttora non identificati mister X. Da escludere soluzioni stantìe alla Witsel, poiché in direzione opposta rispetto al new deal avviato dalla dirigenza.


Ancor più enigmatica, se possibile, la situazione del reparto d'attacco. Gli unici possibili partenti ad oggi sono da considerare Kaio Jorge, del quale si valuta il prestito fino a giugno in un club italiano, e Kulusevski, ossia colui che può finanziare eventuali coups de théatre.


È ormai evidente da tempo come sia Dusan Vlahovic l'obiettivo in cima alla lista da cui ripartire per costruire l'attacco bianconero del futuro. L'unico per il quale saranno, ora e in futuro, presi in considerazione sforzi dal punto di vista economico.


Per lui sì, ne vale la pena. Non fosse possibile avvicinare il bomber classe 2000 già a gennaio, non sarebbe da escludere l'arrivo di un centravanti d'esperienza per sei mesi, in grado di rimpinguare un bottino realizzativo scarsamente riempito finora da Morata e Kean.


La pista Mauro Icardi, in tal senso, è da monitorare con la massima attenzione. Si stima anche il sassuolese Scamacca, ma i costi in questo caso restano importanti.


Ciò che è certo è che servirà ben altro ruolino di marcia nella seconda metà di stagione.


Sin da gennaio, mese che dal punto di vista sportivo somiglia più ad un rovo di spine che ad un classico filotto di partite, con un numero impressionante di big match condensati in poche settimane.


Al poi però, ci penseremo poi. Ora è tempo di staccare la spina, goderci qualche giorno switchando il cervello in modalità aereo e lasciarci andare a tutti quei bei propositi per l'anno venturo che ovviamente non manterremo. Berna, tu invece non disilluderci, per cortesia.


Tanti auguri di un felice Natale dallo staff di Juniverse!


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