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Lorenzo Mameli

Il meglio e il peggio di Fabio Paratici: TOP&FLOPS

Aggiornamento: 7 giu 2021

Gli undici anni di Fabio Paratici sono stati contraddistinti, come è normale che sia in un club come la Juventus, da alti e bassi. Scelte geniali si sono alternate con decisioni discutibili: ripercorriamole assieme, cercando di giudicarle per quanto ci è possibile in base agli elementi in nostro possesso.


Cristiano Ronaldo (TOP):

L’elenco delle migliori operazioni di mercato di Fabio Paratici non poteva che partire con quella che portò a Torino Cristiano Ronaldo. Per quanto questa operazione avvenne in un periodo in cui assistevamo ancora al dualismo tra il piacentino e Beppe Marotta, viene considerata degli addetti ai lavori come tutta farina del sacco di Paratici, e che farina! CR7 in tre stagioni alla Continassa ha segnato più di cento gol e arricchito il proprio palmarés anno per anno.

Per quante critiche potrà mai ricevere Paratici potrà raccontare di avere regalato a tutti i tifosi bianconeri un sogno: quello di vedere esultare a Torino uno di quei calciatori che nascono una volta ogni cento anni.

Dejan Kulusevski (TOP):

Il giovane svedese classe 2000 è stato inserito, probabilmente tra i dubbi e le perplessità di qualcuno, tra i top.

Al netto delle difficoltà espresse (perfettamente normali per un ragazzo al secondo anno da professionista che ha giocato in sette ruoli diversi nel corso della stagione in un top club abbastanza allo sbando) Kulusevski non è sceso di valore e quest’anno ha contribuito direttamente, tra gol e assist, a ben 14 gol della Juve, tra cui i due che hanno deciso la finale di Coppa Italia. In attesa di vedere gli ulteriori sviluppi della sua lunghissima carriera, non possiamo che promuovere quello che è un giocatore che ha più volte dimostrato di poter dare sfoggio di una classe pazzesca.

Merih Demiral (TOP):

Un’altra scelta molto controversa sarà quella che ci ha visto classificare Demiral tra i top. Per quanto il rendimento del giovane turco sia stato altalenante (pazzesco inizio di stagione nel 2019-20 prima dell’infortunio e diverse insicurezze gravi nel 2020-21), vorremmo esaminare la questione da un duplice punto di vista, tecnico ed economico. Dal punto di vista tecnico Demiral è ancora giovane e si può presupporre che in una squadra più organizzata dopo aver smaltito i residui dell’infortunio possa esprimersi al meglio, tornando a mostrarci quello che aveva fatto intravedere sotto Sarri, rubando momentaneamente il posto persino a Matthijs De Ligt. Dal punto di vista economico, inoltre, l’operazione è una vittoria totale, dal momento che al momento attuale Demiral è vendibile per una cifra almeno due volte superiore a quella che venne pagato al Sassuolo (40/50 milioni richiesti dalla Juve contro i 18 sborsati nel 2019).

Weston McKennie (TOP):

Quella dello statunitense è una vittoria sotto tutti gli aspetti. Il ragazzo pare essere proprio quel centrocampista di qualità con il discreto bagaglio tecnico in grado di dare un apporto al momento degli inserimenti, qualità che alla Juve era richiesta come il pane dopo un anno in cui persino la difesa aveva segnato più del centrocampo. Inoltre, complice soprattutto la situazione economica disastrosa dello Schalke 04, il texano è stato comprato e riscattato a basso prezzo (18.5 milioni), ricordando così i colpi da talent scout tipici del Paratici dei primi anni di dirigenza in coppia con Marotta. Infine, il ragazzo pare essere anche un profilo mediaticamente appetibile nel panorama del movimento calcistico statunitense, sempre più in crescita e alla ricerca disperata di figure a cui aggrapparsi in questa scalata al ranking mondiale.

Luca Pellegrini (TOP):

Quella di Luca Pellegrini è una parabola strana e così come fatto per i giovani sopra menzionati, non daremo giudizi definitivi su un ragazzo classe ‘99. Allo stato di cose attuale, però, salta all’occhio come il giovane terzino romano sia reduce da una serie di stagioni sfortunate sia dal punto di vista delle performance in campo che dal punto di vista fisico. Tra 2020 e 2021 Pellegrini ha saltato 33 partite per tre infortuni diversi, a cui se ne somma una persa a causa del contagio da coronavirus; indubbiamente ciò non ha facilitato la sua maturazione, portandolo invece ad un rendimento sempre peggiore anche sul terreno di gioco. Forse il ragazzo saprà riprendersi e ribaltare questo periodo difficile, ma per il momento i fatti sembrano premiare la scelta fatta da Paratici di non riconfermarlo.

Rinnovo di Szczęsny (FLOP):

Il portiere polacco va, a malincuore, nei flop. Non tanto per un giudizio negativo su un portiere che rimane di alto livello al netto della stagione appena finita, ma per il rinnovo concessogli a febbraio di quest’anno, che lo ha portato a percepire quasi 7 milioni netti a stagione. In un anno in cui la Juve fatica a far quadrare i conti, nel quale persino il miglior calciatore della storia viene messo in discussione a causa dello stipendio, e nel quale persino una bandiera come Dybala si vede rifiutare un rinnovo per una differenza di pochi milioni, abbiamo ritenuto esagerato arrivare al quasi raddoppio dello stipendio di un giocatore reduce da una stagione deludente. Soprattutto considerando le voci per Donnarumma circolanti già da mesi, l’operazione fa acqua da tutte le parti.

Christian Romero (FLOP):

Quello di Romero è forse uno dei flop peggiori del mercato 2020 della Juve. Prestato a condizioni ben più che favorevoli all’Atalanta (2 milioni), il giovane centrale argentino si è contraddistinto come uno dei migliori difensori della Serie A, arrivando ad una valutazione di mercato di 25 milioni, che probabilmente salirà ancora nei prossimi mesi. Peccato, però, che le condizioni pattuite dalla Juve ne prevedano il riscatto per soli 16 milioni, pagabili in ben tre comodi esercizi. Poca lungimiranza per un club che non ha voluto investire sull’argentino, forse giustamente (l’Atalanta è un ambiente strano), ma che ha avuto una fretta esagerata di liberarsi di un asset ancora valido senza saper porre delle condizioni vantaggiose.

Moise Kean (FLOP):

E qui si arriva al pezzo forte del calciomercato. Dopo il girone di ritorno 2018/19 stellare – nel quale prende le redini di un attacco un po’ in difficoltà segnando 6 gol in altrettante gare tra marzo e aprile con la Juve e altri 2 gol in altrettante gare con la Nazionale italiana - la Juve prende la decisione di cederlo per far quadrare i conti e sfrutta la ghiotta plusvalenza vendendolo all’Everton per 27.5 milioni di euro. Dopo una stagione deludente con i Toffees, in cui il feeling con mister Ancelotti non sboccia, si trasferisce in prestito al Paris Saint Germain vice-campione d’Europa, in cui nonostante la concorrenza stellare riesce ad esplodere realizzando 19 reti, secondo solo a Mbappé, superando compagni di reparto come Neymar e Icardi. Inutile ribadire l’importanza che un profilo mediaticamente forte come il suo, forte fisicamente e tecnicamente e CTP (soprattutto considerando che la Juventus continua a perdere posti in lista Uefa) avrebbe potuto avere in questa Juventus che fatica a far rifiatare le proprie punte. Flop totale.

Marko Pjaca (FLOP):

Non giudicheremo l’acquisto in sé, essendo quello esclusivamente opera di Marotta. Quello in questione è al momento il prestito, nell’estate 2020, di quella che poteva essere la punta di riserva disperatamente cercata dalla Juve nel corso di tutta la stagione. Capiamo bene che il croato classe 1995 non si sia rivelato essere quello che tutti pensavano, ma la sua cessione prima ancora di aver trovato un sostituto (almeno numerico) ci ha lasciati interdetti, soprattutto vedendo come al Genoa sia stato finalmente lasciato in pace dagli infortuni e considerando l’investimento economico fattoci in passato. Flop.

Aaron Ramsey (FLOP):

La situazione di Aaron Ramsey va analizzata in stretta connessione con quella di Adrien Rabiot. Alto stipendio per entrambi, due parametri zero, due centrocampisti in grado di dare quel mix di corsa e di tecnica tanto utile alla Juve. Peccato, però, che mentre il francese sia uscito fuori dopo un periodo di adattamento aumentando il suo valore, non ci sia alcuna traccia di quello che un tempo era il capitano dell’Arsenal. Il trentunenne gallese è ormai l’ombra sbiadita del giocatore che era, ed è un perfetto candidato per il premio, poco onorevole, di peggior giocatore della stagione bianconera. Valore di mercato in crollo che consentirà di farne, questo sì, una plusvalenza, ma che a bilancio pesa come un grande titolare, cosa che Ramsey non è riuscito ad essere né da sano né, purtroppo, a causa dei numerosi infortuni da lui subiti e che erano assolutamente pronosticabili guardando la sua carriera in Premier League. Flop enorme per Paratici e vittoria per chi da sempre afferma l’importanza di non fare il mercato con le occasioni a fine carriera e con gli scarti degli altri top club. Rimandato a giudizio: Adrien Rabiot

Né top né flop per il nostro duca triste (https://www.juniverse.eu/post/lo-sguardo-del-duca-triste).

Arrivato nell’estate del 2019 a parametro zero, dalla sua c’è un impatto positivo, anche se non sempre costante nell’alchimia della squadra e il fattore anagrafico, per il quale difficilmente diventerà un peso morto in bilancio.

Incide in negativo nel giudizio l’ingaggio molto elevato – intorno ai sette milioni di euro – che per quanto giustificato dal fatto di non avere sborsato nulla alla sua ex squadra risulta troppo alto rispetto agli effettivi valori messi in mostra dal calciatore quando chiamato in causa.

Considerando quindi il costo dell’ingaggio, la giovane età e la possibilità concreta di fare una corposa plusvalenza, non ce la sentiamo di categorizzare da una parte o dall’altra il francese, che si aggiudica quindi una categoria ad hoc, con la speranza di poterlo inserire in futuro tra le operazioni top.





Gianluigi Buffon (TOP):

Il ritorno di Buffon finisce nei top perché si tratta di un’operazione molto intelligente. Si riporta a casa uno dei calciatori più forti della storia con un forte taglio allo stipendio e soprattutto con la disponibilità da parte sua di ricoprire un ruolo di secondo piano rispetto al recente passato, assicurando un secondo portiere di grande affidabilità e di peso nello spogliatoio.

Non uno di quegli acquisti che ti cambiano la squadra, ma di quelli che te la rendono più solida, con costi decisamente contenuti.


Alvaro Morata (TOP):

Forse il colpo di mercato più rappresentativo delle qualità di Paratici. Operazione passata sottotraccia e nel silenzio stampa fino al giorno della firma del contratto, vantaggiosa sotto ogni punto di vista: prestito oneroso di 10 milioni di euro con possibilità di rinnovo di un anno alla stessa cifra e diritto di riscatto fino alle cifra totale di 45 milioni.

Nessun obbligo e cifre contenute per i primi due anni per un attaccante di caratura internazionale e che già conosceva l’ambiente bianconero, in grado di incidere fin da subito grazie a caratteristiche tecniche che mancavano alla corte di Mister Pirlo.

Grande operazione sia dal punto di vista tecnico che da quello economico: approvata.


Federico Chiesa (TOP):

Arrivato tra molti dubbi Chiesa ci ha messo poco a dimostrare di valere ogni centesimo investito su di lui.

A inizio stagione celebravamo il suo gioco volitivo e sfrenato (https://www.juniverse.eu/.../cosa-pu%C3%B2-aggiungere...), contando sulla sua capacità di diventare un giocatore più essenziale e meno sprecone.

Scommessa vinta da parte di Fabio Paratici che ha portato alla Continassa un giocatore che ha dimostrato di valere il costoso cartellino – circa 60 milioni tra prestito oneroso, bonus e obbligo di riscatto – imponendosi fino da subito a ventitré anni in un contesto difficile come quello juventino. Chapeu.


Maurizio Sarri (FLOP):

Si manda via un allenatore – che viene richiamato due stagioni dopo, ma questa è un’altra storia – per inseguire per un mese Pep Guardiola, e alla fine senza decisione si vira su Maurizio Sarri, allenatore dal carattere particolare. Invece di fargli quadrato attorno lo si lascia in balia di stampa, spogliatoio e tifosi, per poi esonerarlo a fine stagione assumendo al suo posto il neoallenatore esordiente assoluto dell’under 23, che a sua volta verrà esonerato alla fine della stagione successiva; è ingeneroso addossare tutte le colpe di questa mancanza di visione e organizzazione societaria a Paratici, però il non avere nessuna soluzione per la guida tecnica della squadra navigando a vista senza idea di chi chiamare a sedersi sulla panchina della Juventus è stata una mancanza importante negli ultimi due anni, con delle conseguenze sotto gli occhi di tutti.

Grave.


Spinazzola (FLOP):

Ceduto alla Roma in cambio di Luca Pellegrini e circa sette milioni di euro, questa operazione - volta a creare una plusvalenza - ancora oggi è portatrice di problemi tecnico-tattici per la squadra, la cui coperta nel ruolo di esterno basso di sinistra è ancora oggi corta.

Il calciatore in entrambe le stagioni a Roma ha superato le trenta presenze e nell’ultima è stato praticamente titolare inamovibile nell’undici di Fonseca; comprensibili i dubbi sulla tenuta fisica al momento della cessione ma forse sarebbe stato meglio scommettere di più su Spinazzola per non ritrovarsi per due anni di fila in emergenza nel suo ruolo.


Mancato rinnovo di Dybala (FLOP):

Tra le varie patate bollenti che si troverà tra le mani il prossimo DS della Juventus, una delle più scottanti è sicuramente quella del rinnovo di Paulo Dybala.

Il calciatore argentino è in scadenza nel 2022 e le trattative sembrano essersi arenate da alcuni mesi. Si sono aperti spiragli verso circostanze inquietanti come una sua partenza da free agent dal prossimo gennaio.

La Joya è un tesoretto sia dal punto di vista tecnico che monetario. Per quanto sia già abbastanza triste il pensiero di doversene privare lo è ancora di più quello di essere arrivati al punto di doverlo fare senza neanche potere monetizzare il suo enorme talento; la situazione che si è venuta a creare è una delle più svantaggiose sia dal punto di vista tecnico che da quello del bilancio per la Juventus, rendendo questa situazione potenzialmente uno dei più clamorosi flop dell’ultimo decennio bianconero.



Benatia – Caceres:

La prima vera e propria operazione di Paratici in solitaria dopo l’addio di Marotta. Il ritorno in estate di Leonardo Bonucci relega in panchina Medhi Benatia, che chiede il trasferimento.

Ceduto a titolo definitivo per otto milioni di euro + bonus ai qatarioti dell’Al-Duhail, viene sostituito dal ritorno di Martìn Cáceres, in prestito oneroso dal costo di circa seicentomila euro.

Operazione andata e ritorno senza particolari guizzi ma comunque utile a mantenere il numero adeguato di difensori a disposizione dell’allenatore.

Razionale.


Danilo-Cancelo:

Lo scambio Danilo-Cancelo è stata una delle operazioni più controverse di Paratici. La vendita di un giovane talento come il terzino portoghese in cambio del brasiliano Danilo che aveva deluso le aspettative sia a Madrid che a Manchester – fa storcere il naso un po’ a tutti e anche a livello tecnico il primo anno la scelta non paga: Cancelo sarà stato pure difensivamente distratto e tatticamente anarchico, ma l’ex Manchester City non entra nei meccanismi della squadra di mister Sarri e ad aggravare la situazione c’è l’oneroso ingaggio.

Per fortuna il suo secondo campionato riscatta in buona parte la delusione del primo.

In conclusione l’operazione alla fine può essere considerata positiva vista la corposa plusvalenza e la rinascita con Mr Pirlo di Danilo Luiz (https://www.juniverse.eu/.../il-nuovo-danilo-luiz-ha...), ma resta il sapore agrodolce di esserci privati di un talento come Cancelo al quale avremmo concesso volentieri una seconda occasione.


Scambio Arthur-Pjanic: Questo scambio, probabilmente il più importante del calciomercato bianconero di questo ciclo (almeno dal punto di vista economico), non verrà valutato in termini di top o flop. Verrebbe impossibile decidere se sia meglio aver ricevuto un giocatore come Arthur che non ha ancora brillato al meglio o l’essersi liberato di Pjanic che ha a dir poco faticato a trovare spazio al Barcellona. Sicuramente la Juve può gioire per l’essersi ridotta il peso nel monte ingaggi (7.5 milioni per il bosniaco contro i 5 del brasiliano) e per un notevole ringiovanimento (Pjanic ha più di sei anni in più di Arthur), con la speranza che con una certa continuità dal punto di vista fisico anche il regista ex Barca possa diventare quella pedina fondamentale per il centrocampo bianconero che ha mostrato solo a tratti in questa stagione.


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