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Il CONTE (E) MAX: ALLENATORI A CONFRONTO

Immagine del redattore: Carlo BaroneCarlo Barone

L’inizio stentato di campionato ha messo sulla graticola Massimiliano Allegri; per quanto le colpe non siano solo sue, è oggettivo che abbia compiuto svariati errori di valutazione o preparazione delle partite. In generale, per sua stessa ammissione, il suo stile di gioco nei due anni passati in maniera sabbatica non si è evoluto minimamente: nonostante le belle parole in conferenza, dove sembra spesso che si renda conto degli sbagli commessi, quella che si vede in campo è sempre una squadra che agisce secondo i dettami del “pensiamo prima a difendere, che qualcosa davanti poi succede”.


Ora come ora la rosa della Juventus è un ricettacolo di pochi titolari invecchiati e tante, troppe buone riserve. Questo ci porta dunque a fare considerazioni sull’allenatore, chiedendoci se effettivamente Allegri sia stata la scelta giusta per questa rosa, o se sarebbe stato migliore un profilo più in stile “sergente Hartman”.


Il riferimento al fu grande Ronald Lee Ermey, in arte "SERGENTE MAGGIORE HARTMAN, VOSTRO CAPO ISTRUTTORE" era doveroso; in tutta onestà, un po' di questo tipo di disciplina servirebbe come il pane a tantissimi elementi della rosa bianconera.

Parlando di questo tipo di allenatore, il primo nome che viene in mente a ogni juventino è Conte: “Andonio” ha reiteratamente dimostrato di essere un allenatore che incarna appieno il detto “Dal letame nascono i fiori”, visto che nel suo curriculum figura uno scudetto vinto da imbattuto schierando stabilmente Estigarribia, Pepe, Matri e sua Discontinuità Mirko Vučinić, o la vittoria dominante di una squadra come l’Inter che aveva tanta gente interessante, ma male organizzata; aggiungiamo anche una Premier vinta da underdog col Chelsea contro le corazzate Liverpool e Manchester City, e anche la ciliegina di un quarto a Euro 2016 con una Nazionale dal tasso tecnico inverecondamente basso.


Chiaramente, neanche il tecnico leccese è esente da difetti: le sue granitiche convinzioni su modulo, giocatori e simili lo hanno spesso portato a ottenere risultati negativi. Gli si riconosce una certa coerenza di fondo in questo, però l’Europa League del 2014 grida ancora vendetta, trascurata e mal giocata in nome sia di un record di punti a posteriori discretamente inutile (la Rometta era la competitor, probabilmente quello scudetto si sarebbe vinto anche giocando a palla prigioniera), sia del famoso “ristorante da 100€”.

La faccia di tantissimi "gobbi" nel vedere cosa è diventata la Signora... lo stesso Conte ebbe un che di profetico, invero.

Analizzando le caratteristiche dei due allenatori, probabilmente un Conte sarebbe stata la scelta più adatta per questa Juventus. Per quanto l’ostracismo del Monociglio nei suoi confronti stia diventando stucchevole, era comprensibile non puntare necessariamente su di lui: è sì il migliore sulla piazza nel suo genere, però ci sono altre soluzioni interessanti; un tentativo è stato fatto con Sarri, che però è malamente naufragato per motivazioni più caratteriali e di ambiente che non tecniche e “di gioco”.

Fra i profili interessanti, per esempio, c'è il neo allenatore della terza squadra di Torino: Ivan Jurić è un emergente molto abile, che ha consentito al Verona svariate permanenze in A nonostante organici stravolti e tasso tecnico molto sotto la media; la scuola è quella di Gasperini, ma con molta meno tendenza alle lacrime. Lo stesso Gasperini sarebbe intrigante,

Fra i vari allenatori nominati, Juric è quello con più carte in regola per poter ambire a una carriera di grande successo.

contando che ha trasformato in squadra da Champions League un undici dove José Palomino e Duván Zapata sono considerati giocatori top. Esagerando, ci sarebbe anche De Zerbi, che però, dopo proclami anti-Superlega e inni al calcio popolare, prende e va in Ucraina perché un milione e mezzo di grivnie alla settimana non fanno la felicità, ma calmano molto i nervi… contento lui, contenti tutti.


Comunque sia, ci sono tanti profili abituati a far rendere bene gente poco tecnica; la scelta di un profilo come Allegri sotto questo aspetto fa discutere perché l’imprinting del livornese si basa molto su attenzione difensiva e strappi da fuoriclasse, e, duole dirlo, di fuoriclasse alla Juventus ora come ora ce ne sono ben pochi, e nemmeno gestiti benissimo. Non ha molto senso infatti dosare e gestire Chiesa, che ha palesemente bisogno di giocare e fare cosa vuole, e lasciare al pascolo gente come Morata, McKennie e Bentancur che chiaramente non riesce a fare due passaggi in fila senza una guida che dica loro “Fai questo, fai quello” continuamente. Ne consegue che un personaggio come Conte/Jurić/ecc… sarebbe forse più utile, per via di idee di calcio generalmente chiare e definite che andrebbero a dare certezze a gente che di tutto ha bisogno, fuorché di libertà d’azione totale.

Con tutto questo, non si intende certo sminuire Allegri: sia lui sia Conte sono allenatori di caratura, hanno un palmarés che poca gente può vantare. Il sistema alla Allegri, poi, non è inefficace di per sé: quando si avevano Dybala intero, Ronaldo, Mandžukić al top della forma, Higuaín a 20 gol in campionato stabili, Khedira senza deambulatore, eccetera… funzionava alla grandissima; si vedeva una squadra capace di giocare un discreto calcio, anche godibile, che sì speculava sui risultati, ma lo faceva in modo convincente e solido.

Ricordare questi fausti tempi fa sempre bene... e guardando la gente che militava a Torino al tempo, non è strano che quella squadra riuscisse anche ad esprimere un calcio gradevole.


In aggiunta, si può dire che storicamente il fenotipo “Allegri” abbia una certa tendenza a vivere del lavoro del proprio predecessore, è più un rielaboratore che un creatore di contenuti originali. In un certo senso, i Conte sono scrittori, mentre gli Allegri sono tiktoker.

Si vede anche ultimamente: il primo predecessore di Allegri fu proprio Conte, e infatti i risultati furono molto positivi; il secondo è stato Pirlo… crediamo non ci sia manco bisogno di andare avanti. Oltretutto, per sua stessa ammissione, Allegri ha riposato due anni senza minimamente aggiornarsi sull’evoluzione del calcio, e si vede tutto che stia facendo una fatica immane a riprendere il “ritmo” del campo.

Sotto questo aspetto, per concludere, al suo primo anno Allegri riuscì a incanalare l’energia istillata da Conte e a dosarla a proprio piacimento, ottenendo una squadra affamata “a comando”; a modo suo, fu la versione calcistica della Nona Sinfonia di Antonín Dvořák, dove l’animo romantico europeo (più precisamente boemo) del grande musicista si fonde perfettamente con sonorità e melodie squisitamente americane, creando uno dei pezzi più rappresentativi per entrambe le culture.

Un frame di Borussia Dortmund 0-3 Juventus, forse il momento più alto toccato dalla prima Juventus di Allegri, che combinò al meglio la cattiveria agonistica istillata da Conte e la capacità di gestione delle partite importanti allenata da Allegri. Che partitone vedemmo...


Quel progetto di “Conte-Max” resta, ad oggi, per risultati conseguiti e gioco espresso, la miglior Juve vista negli ultimi 10 anni. L’ideale sarebbe tornare a quel connubio… però bisognerà, probabilmente, riparlarne fra 4 anni, almeno.

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