Icardi sì o Icardi no?
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  • Immagine del redattoreElia Robino

Icardi sì o Icardi no?


Negli ultimi giorni si è fatta sempre più pressante la notizia di un ipotetico sbarco alla corte di Massimiliano Allegri di Mauro Icardi, attaccante in forza al PSG.


Maurito è una sorta di bestia nera per i bianconeri: in undici partite giocate contro la Juventus sono stati ben otto i palloni che i portieri della Vecchia Signora hanno dovuto raccogliere alle loro spalle per colpa dell’argentino, risultando la terza squadra più “bucata” in carriera dal centravanti dopo Fiorentina e Sampdoria entrambe vittime di undici gol.


Decisamente uno che sarebbe meglio avere dalla propria parte, giusto?


I pro e i contro


Tra i pro c’è l’incredibile senso del gol, vera manna dal cielo per una squadra alla quale manca un goleador in grado di capitalizzare le molte occasioni che vengono create e sistematicamente buttate alle ortiche.


Nella sua carriera ovunque sia andato Icardi si è dimostrato una sentenza sotto porta, con una sensibilità unica nel battere il portiere avversario, dimostrando di essere in grado di capitalizzare ogni singolo pallone buono ricevuto in partita.


Di importanza fondamentale ci sono le sue grandi qualità nel gioco aereo, Icardi è sempre stato una sicurezza nei colpi di testa, fondamentale che manca a tutto il roster d’attacco bianconero dalla partenza di Ronaldo.


Tra i contro abbiamo un procuratore ingombrante, la moglie Wanda Nara, e l’incapacità del centravanti di calarsi con un approccio moderno al ruolo di centravanti.


Vedere giocare Icardi ricorda in parte il mestiere del rapace d’area di fine anni novanta inizi duemila: incubo di tutti i portieri ma dall’apporto atletico e tecnico alla gara e alla manovra pressoché nullo, tra un gol e l’altro solo il pigro ciondolare in area di rigore in attesa dell’occasione giusta per infilzare il portiere e poco altro, approccio quasi inaccettabile nel calcio contemporaneo.


La questione Morata



Parlando dell’ipotetico arrivo di Maurito non si può non parlare anche del futuro di Morata, il cui destino è legato a doppio filo a quello dell’argentino.


L’interesse del Barcellona per Morata è ormai palese come sembra palese il forte interesse del calciatore spagnolo nei confronti della squadra catalana.


L’umoralità di Alvaro ormai la conosciamo bene. Se davvero il Barcellona si è mosso con forza e c’è la volontà del calciatore di andarsene trattenerlo causerebbe solo altri mal di pancia e l’ennesimo periodo di magra dal punto di vista realizzativo.


Un ipotetico arrivo di Icardi potrebbe essere la soluzione giusta per puntellare l’attacco bianconero con un calciatore che già conosce il campionato e con la necessità di rilanciarci senza sentire troppo la mancanza dell’ex madrileno partente per il Camp Nou.


La parte economica


L’operazione Icardi va valutata anche al netto delle condizioni economiche e dell’ingaggio richiesto, dati su cui non filtrano indiscrezioni, ad ora.


Sicuramente la dirigenza bianconera sta facendo i suoi ragionamenti sempre con il pensiero a Morata, sul quale pende un assegno da 35 milioni per il riscatto definitivo. Che sia una mossa per prendere un attaccante nuovo ed evitarsi l’oneroso riscatto del canterano?


Quindi alla fine sì o no?



Se diamo per scontata la partenza di Morata la risposta è: sì, dobbiamo farlo.


Ma non a tutte le condizioni.


La Juventus non può permettersi di puntare fortemente sul calciatore senza prima avere potuto testare le sue capacità di tornare a competere ad alti livelli.


Gli ultimi due anni a Parigi per Maurito sono stati mediocri, a essere gentili, e pessimi a essere realisti.


La possibilità che l’Icardi che terrorizzava tutti i portieri della Serie A non torni mai più è più che concreta.


Un prestito oneroso con diritto di riscatto è l’operazione più razionale che si possa fare per tentare il rilancio dell’attaccante, ogni altro tipo di soluzione è semplicemente finanziariamente e sportivamente insostenibile.


Vedremo quindi Icardi vestire il bianconero? È ancora presto per dirlo ma in fondo, sotto sotto, un po’ ci speriamo.

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