Fuori orario
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  • Nicola

Fuori orario

Una volenterosa Juventus si prende i tre punti che servono per tenere accesa la speranza di qualificazione “in modalità classica” alla prossima Champions League.

Il risultato non è bugiardo, ma nonostante tutto poteva essere diverso. Sin dal fischio d’inizio gli emiliani mettono in crisi i bianconeri. I nero verdi dopo 5 minuti di gioco avevano già tirato due volte in porta.

Il gioco del Sassuolo è più preciso, più lineare e con maggior qualità di palleggio.


Con la partita ancora sullo 0 a 0 Buffon para un rigore, la partita non cambia ma forse il destino sì.

Gli uomini di Pirlo passano in vantaggio quasi inaspettatamente con Rabiot prima della mezz’ora di gioco e poco alla volta riempiono la loro barra della fiducia, come nei videogiochi.

I “centenari” della squadra, Dybala e Ronaldo, festeggiano nella stessa partita il traguardo a tre cifre.
















Detto così sembra si stia parlando di una grande prestazione, in realtà a nostro avviso è più una generosa prestazione. Buona per i tre punti senza fare gli schizzinosi.


Sono più le cose intravviste in negativo, i soliti buchi, la solita terra di mezzo non presidiata tra i reparti, dopo nove mesi di lavoro con questa squadra continuano a vedersi scollegamenti tra reparti e ampi spazi non presidiati o non occupati.

Se Andrea sarà l'allenatore anche della prossima stagione è meglio che ci lavori da subito.


Quest’anno i bianconeri ricordano l’interprete del film di Martin Scorsese “Fuori Orario” Paul Hackett (Griffin Dunne) dove la Juventus veste i panni del giovane impiegato esperto di computer, che per una serie di circostanze e scelte sbagliate si ritrova nel cuore della notte in un quartiere malfamato di Soho.

In una notte senza fine, piena di imprevisti e vissicitudini, lo sfortunato si ritrova la mattina davanti al suo ufficio, malconcio, sporco e stravolto, ma finalmente lontano dai guai.

Ecco la sensazione che danno i Torinesi in questo anno tribolato.


Si spera che il finale sia lo stesso del film citato, almeno finché si parla di qualificazione ordinaria o metodo classico.

Perché, al momento, la sensazione di un’estate lunga e calda resta, sia per la vicenda SuperLega sia per la costruzione della squadra per la prossima stagione.


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