Frena la Juve Under 23, orfana dei suoi gioielli. Quali le soluzioni?
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  • Danilo Ceci

Frena la Juve Under 23, orfana dei suoi gioielli. Quali le soluzioni?

Seconda sconfitta consecutiva per i giovani bianconeri, battuti sul campo del Padova nel match di recupero inizialmente previsto il 15 novembre e rinviato a ieri. I Biancoscudati, antagonisti numero uno della capolista Sudtirol, si sono imposti con un secco 2-0 e Zauli raccoglie i cocci di un gruppo di giovani calciatori che sembra aver perso in questo momento serenità e autostima.


La delusione maggiore deriva però dall'1-0 subito la scorsa domenica dalla Virtus Verona, avversario decisamente più abbordabile del Padova, che sin dalle prime giornate ha invece dato l'idea di lottare per ben altri obiettivi.


Due gare diverse della dinamica, ma uguali nella sostanza. Meglio approcciata dall'inizio ma in calando nel finale quella di ieri, in graduale crescendo dopo un pessimo avvio quella di domenica. Restano gli zero punti e le zero reti segnate in entrambe le occasioni.


Proprio la fase offensiva, quasi come se l'Under 23 fosse lo specchio della Prima Squadra, condividendone i problemi, rappresenta un grosso punto di domanda per Zauli. Un enigma che non trova soluzione, nonostante la qualità negli interpreti non manchi. 16 gol realizzati in 16 partite sono un bottino misero, quasi inaccettabile, a fronte dei 20 subiti, che proiettano in passivo di 4 la differenza reti bianconera.


È irrealistico nutrire particolari ambizioni o speranze con questo trend. L'attuale settimo posto in classifica non desta completa insoddisfazione ma l'impressione, guardando alle ultime prestazioni, è che piuttosto che migliorare, le cose possano degenerare.

Il limbo emotivo in cui la squadra rimane incastrata per buona parte della partita deve far riflettere il proprio allenatore, far scattare un campanello d'allarme.


L'approccio alla gara è quasi sempre inopportuno. La costante è rappresentata da un possesso palla sterile e monotono che raramente porta a qualcosa di utile. Sembra quasi si voglia temporeggiare in attesa che il gol capiti, piuttosto che cercarlo con tutte le forze. "Se ho io il pallone, non possono farmi male". Peccato che le avversarie non perdano poi tempo ad arrivare in porta, con manovre meno cervellotiche e molto più concrete e dirette.


In serie C poi si sa, una volta in svantaggio è dura recuperare, perché si pratica un calcio scorbutico, malizioso, furbo, falloso e frustrante, difficilmente eludibile per qualsiasi compagine abbia la volontà di giocare pulito o puntare sulla qualità del possesso.


L'arrendevolezza vista ieri dopo l'1-0 del Padova a fine primo tempo - fino a quel momento la Juve Under 23 se l'era giocata alla pari - lascia perplessi; non è tollerabile questa mentalità malgrado i doverosi discorsi sulla verdissima età media dei ragazzi in campo.


La situazione non è però di facile gestione per Zauli, il quale deve affrontare un continuo saccheggio dei suoi pezzi pregiati da Max Allegri per la Prima squadra. Koni De Winter e Matias Soulé in primis sono due perdite sanguinose perché, quando presenti, elevano il coefficiente sia tecnico che emotivo del gruppo. Rimpiazzarli adeguatamente è complicatissimo.



È altresì innegabile che il rendimento di alcuni calciatori sia attualmente al di sotto delle loro possibilità. Miretti non riesce ancora a prendere in mano le redini del centrocampo, Aké e Sekulov sono talenti di elevate potenzialità e grandi fiammate, ma peccano di costanza. Il principale motivo di insoddisfazione è tuttavia rappresentato dal più che carente apporto realizzativo dei quattro centravanti - Pecorino, Brighenti, Cudrig e Da Graca - che hanno totalizzato, messi assieme, appena 3 gol in 16 giornate di campionato.


Vanno di conseguenza a delinearsi due possibili soluzioni in grado di tamponare l'emorragia in atto e aiutare la squadra a fronteggiare le difficoltà. Una è il mercato. Con la finestra invernale ormai alle porte i dirigenti bianconeri potrebbero individuare due o tre tasselli da inserire nell'organico nei reparti più in difficoltà. Se necessario anche incrementando la quantità di fuoriquota, attualmente fermi a due, allo scopo di infondere esperienza e personalità ai compagni più giovani.


La direzione opposta sarebbe quella di attingere risorse dall'under 19, accelerando l'integrazione e la crescita dei talenti più in evidenza in questi primi mesi. Da Mulazzi a Iling Jr, a Chibozo, passando da Turco, fino a Omic.


Le due strade potrebbero anche incrociarsi e trovare un compromesso nel mezzo, dando origine ad un mix di rinforzi che consenta all'under 23 di arrivare in fondo alla stagione con più entusiasmo ed una rosa maggiormente ampia, così da tentare di perseguire gli obiettivi fissati a settembre.


Nel frattempo, non resta che continuare a lavorare duramente con il materiale a disposizione e guardare al futuro con fiducia e consapevolezza dei propri mezzi. Domenica c'è il Renate, terzo in classifica alle spalle del Padova. La gara è complicata ma non c'è più spazio per la paura.


Servono i 3 punti, forza ragazzi!

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