Forse che sì, forse che no
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  • Immagine del redattoreCarlo Barone

Forse che sì, forse che no

La noia imperversa. Una stagione sciapa si è conclusa, e si spera che il mercato possa ravvivarla un po’. La situazione è un po’ bloccata, per cui abbiamo voluto dilettarci a riassumere pro e contro di alcuni dei nomi più “caldi” che sono stati accostati alla signora.

PAUL POGBA


PRO: il giocatore c’è: completo, tecnico, forte, intelligente e con anche una certa propensione al gol. L’età non è ancora avanzatissima (ha compiuto 29 anni a marzo), e si parla di un contratto triennale da otto milioni netti stagionali; la durata è consona, certo lo stipendio non è banale, ma d’altronde sarebbe uno dei supposti “top” di squadra, e sarebbe già una riduzione rispetto a cosa percepisce a Manchester, per cui “ci starebbe”. Sarebbe, in sintesi, il centrocampista di spessore che cerchiamo da tempo.

CONTRO: la cartella clinica recente di Pogba è leggermente rivedibile, allo United ha patito qualche infortunio di troppo. Oltretutto, l’esplosività che lo contraddistingueva è andata scemando con la permanenza a Manchester, cosa di cui lo incolpiamo fino a un certo punto visto che, nel post Ferguson, i Red Devils sono stati gestiti a caso sotto molti aspetti.

IN SINTESI: i contro non sono insormontabili, e forse non stan tanto nel prendere lui, quanto nel fatto che per esempio un Milinkovic-Savic, per età e conoscenza del campionato, potrebbe essere più adatto; tuttavia, siccome Lotito è un pitocco micragnoso che non abbassa le sue pretese neanche di un centesimo, un Pogba a 0 potrebbe davvero essere un bel colpo.


ÁNGEL DI MARÍA


PRO: El Fideo è un signor giocatore. Continuo, determinante, estroso, fisicamente integro e spesso decisivo - per dire, Messi gli deve l’unico trofeo vinto in Nazionale. Nonostante l’età dice ancora la sua, ma per davvero, e, in un campionato decisamente impoverito come la A, potrebbe altro che fare sfracelli, lo si è visto nella “Finalissima” di Wembley. Oltretutto, si parla di contratto annuale, cosa che, per età e richieste (siamo sui 6-7 milioni), va altro che bene. In più, in rosa ci sono già giocatori interessanti come Soulé e Aké, che, per l’età, sono magari ancora un po’ acerbi; una chioccia come El Fideo, anche solo per un anno, sarebbe ottimale.

CONTRO: come ogni sudamericano che si rispetti, costui ha deciso che chiuderà la carriera in patria, e vorrà farlo dal 2023 in poi, da qua il desiderio di un annuale; questo potrebbe essere indice di poca concentrazione e/o annata da “canto del cigno”, senza contare che un trattamento da “albergo a ore” riservato alla Juventus non potrebbe non fare piacere. Anche perché la finalità di questo ultimo anno pre-pensione in Europa è il Mondiale di Qatar 2022, realisticamente l’ultimo che Di María disputerà, che sarà a metà dell’annata, lasciando sei mesi di limbo fra la competizione iridata e il finale di stagione.

IN SINTESI: anche lui sarebbe abbastanza da prendere, anche solo per fare da chioccia a giovinastri scapestrati tipo Soulé e Aké. Con lo stegosauro che allena la Juve è difficile che costoro già solo si allenino con la prima squadra, ma d’altronde la speranza è l’ultima a morire. Poi, un contratto annuale o comunque una sua permanenza di tale durata è la soluzione migliore, e anche col mondiale a metà anno realisticamente non avrà tempo di autodistruggersi prima di tornare a Rosario.

NICOLÓ ZANIOLO


PRO: la tecnica c’è, l’atteggiamento spavaldo e “cattivo” anche, la forza di volontà di recuperare dopo due crociati è invidiabile. Fa gol, gioca molto aggressivo e per certi versi gasa. Oltretutto, non ha ancora 23 anni - non più giovanissimo, ma nell’età in cui il salto nella big è cosa fattibile, e anzi, dà un deciso tocco di futuribilità al progetto.

CONTRO: il fisico è già stato provato a livelli incredibili - due crociati smarmellati a 21 anni ammazzerebbero sportivamente anche un olimpionico inossidabile. Tuttavia, il problema principe del ragazzo è comportamentale: le vibes da tamarro che emana ricordano sinistramente un certo calciatore bresciano che ora milita in Turchia, però più con lo stile di Nainggolan - l'epiteto tipico, mutuato squisitamente dal francese, associa il cranio a un elemento dell'anatomia prettamente maschile. Non è esattamente il profilo che storicamente si sposa con la Juventus, ecco. Oltretutto, in caso di cessione il 15% dei proventi di essa andrebbe nelle casse dell’Inter, e soldi a quelli là non bisogna darne, mai per nessun motivo.

IN SINTESI: una squadra con progettualità lo punterebbe e cercherebbe di redimerlo, ma il rischio è di avere per le mani un rischiosissimo elemento di disturbo, che potrebbe anche diventare un lungodegente in men che non si dica. Oltretutto, lo si prenderebbe per fare il titolare a lungo termine, spendendo molti soldi quando si avrebbe già in casa un Soulé che, rispetto a lui, è solo un po’ più “grezzo”.


NAHUEL MOLINA



PRO: l’esterno dell’Udinese andrebbe a coprire idealmente il “buco” lasciato da Cuadrado, sia che il colombiano lasci, sia che resti ma ridimensionato; la tecnica è da affinare, però ha già dato ottime sensazioni.

CONTRO: /

IN SINTESI: non riusciamo a pensare a motivi per cui quest’operazione non s’avrebbe da fare: costo del cartellino contenuto, stipendio basso, buona tenuta fisica e numeri interessanti, oltre ad una duttilità di base che ha visto il giocatore argentino fare tanto l’esterno quanto il terzino.

IL VICE VLAHOVIC (GIOVANNI SIMEONE, LUÍS MURIEL)


PRO: il giocatore argentino a Verona è ridiventato un decente uomo d’area, concludendo la stagione con una quindicina di gol; l’età non avanzatissima e un fisico tutto sommato integro lo rendono un buon candidato a supportare Vlahovic, e in generale è una decente seconda linea d’attacco. Il colombiano, invece, è reduce da annate a Bergamo in cui, spesso partendo dalla panchina, ha realizzato parecchi goal; oltretutto, è abituato tanto a essere il terminale offensivo principe quanto a giocare in coppia, quindi apre più soluzioni tattiche. CONTRO: in entrambi i casi, non stiamo parlando esattamente di van Basten… discontinuità e poca concentrazione sono stati un loro marchio di fabbrica, e in generale la caratura non è quella di due fenomeni. Nel caso di Muriel, oltretutto, parleremmo di un 32enne che ha dato anche sensazioni di discontinuità fisica abbastanza inquietanti, in parole povere potrebbe diventare ancora più fradicio abbastanza facilmente.

IN SINTESI: per fare la super riserva non sarebbero neanche un profilo così sbagliato, diciamo che non sono propriamente i nomi che scaldano il cuore ai tifosi; oltretutto, anche in veste di riserva serve gente affidabile e continua, tanto il Cholito quanto Muriel non lo sono.

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