Sogno o son desto?
Questa mattina, dopo lo show di ieri sera e passata la nottata, mi sono dato un paio di pizzicotti per capire se quanto messo in atto dalla S.S. Napoli negli ultimi tre giorni fosse frutto della mia immaginazione.
Resomi conto che era tutto reale, e ricostruita la vicenda nei dettagli, l’impulso di lanciarmi sulla tastiera è stato irrefrenabile.
Credo sia necessaria una presa di posizione ferma, anche da parte della nostra redazione, dopo l’imbarazzante show di ieri sera messo in atto dai difensori del “buon senso oltre le regole”, espressione che mi ha fatto rabbrividire.
In breve:
- in seguito a Napoli-Genoa scoppia il focolaio nei rosso-blu e si parte con dei “giri” di tamponi giornalieri per il Napoli;
- nella giornata di venerdì si riscontra la positività di due calciatori, prima Zielinski e successivamente Elmas;
- il famoso “protocollo” adottato dal Ministero della Sanità su parere del C.T.S., e firmato dalle Società prevede che, in questo caso, si debba attivare IMMEDIATAMENTE l’isolamento fiduciario dell’intero gruppo squadra (giocatori e staff), indicando all’autorità sanitaria competente in quale struttura verrà posto in essere;
- l’irreprensibile S.S. Napoli, in barba a qualsiasi protocollo, la sera di venerdì manda i propri giocatori e dipendenti a casa dai familiari, e attiva ufficialmente l’isolamento fiduciario in struttura nella giornata di DOMENICA.
Difatti ieri sera, che ero all’oscuro di questa circostanza, mi chiedevo perché il Presidente Andrea Agnelli – intervistato a Sky - avesse ripetuto quattro volte in tre minuti la seguente frase “… una volta individuati due casi positivi al COVID-19 nel nostro gruppo squadra, abbiamo attivato immediatamente il protocollo che prevede l’isolamento fiduciario, e abbiamo indicato alle Autorità locali competenti la struttura in cui attuarlo”.
Poi l’illuminazione: che lo stia ripetendo a più non posso perché qualcuno, a differenza loro, non aveva rispettato queste regole?
Nella mirabolante vicenda Napoli si inserisce poi la comunicazione della A.S.L. Napoli 1, la quale specifica che il gruppo squadra del Napoli, in seguito ai tamponi positivi, avrebbe dovuto attivare le misure di isolamento fiduciario.
Ebbene, come interpretare questo provvedimento?
Il Napoli sembra averlo inteso in questo senso: l’A.S.L. mi dice che devo pormi in isolamento fiduciario e quindi io (finalmente, la domenica, con calma) mi chiudo in albergo, e non posso muovermi, né tantomeno partire per Torino. Peccato che i nostri giuristi da banco della frutta non siano a conoscenza del fatto che il protocollo sopra citato prevede una espressa deroga alle disposizioni generali in materia di isolamento fiduciario proprio per i calciatori professionisti.
Ad avviso di chi scrive, invece, la comunicazione della A.S.L. era volta a sollecitare l’attivazione dell’isolamento fiduciario proprio in relazione al fatto che la misura non era stata immediatamente attivata.
Ma la A.S.L. sarà a conoscenza, in ogni caso, delle deroghe previste dal protocollo?
In principio avrei detto di sì, ma ci ha pensato subito il Commissario della A.S.L. Ciro Verdoliva, intervenuto a Rai Sport in una mirabolante intervista condotta dall’integerrimo e super-partes coordinatore dell’emittente Enrico Varriale (“proprio lui!”, cit.), a farmi cambiare idea.
Questi sostiene che il Napoli, muovendo verso Torino, avrebbe rischiato conseguenze penali per la violazione delle disposizioni che dispongono l’isolamento fiduciario, probabilmente ignorando anch'egli l’esistenza di una deroga prevista dal protocollo.
Giunti a questo punto il Napoli, capitanato dal Suo pittoresco Presidente, e accompagnato dalla solita fanfara di opinionisti con l’amore per i Faraglioni, ha iniziato pubblicamente la “crociata per la salute pubblica” (ovviamente di facciata, perché poi i Suoi giocatori se ne sono andati dalle famiglie e non in isolamento), mentre in privato ha tentato “l’accrocco”, con un messaggino ad Agnelli in cui elemosinava il rinvio.
Fortunatamente, dall’altro capo del telefono, il Presidente bianconero ha speso poche ma efficaci parole: “noi ci atteniamo alle regole”. Punto.
Nonostante la situazione solare, infine, ci siamo anche sorbiti sulle principali emittenti TV una serie di fenomeni che inneggiavano al già citato “buon senso oltre le regole” sostenendo ancora la necessità di un rinvio.
E le orecchie già fumavano.
Oggi mi chiedo, attonito ed anelo, con che faccia e con che coraggio il Napoli, dopo aver violato un protocollo firmato dalla Società stessa, essersi fatto “cazziare” dalla propria A.S.L., e aver messo a rischio la salute di tutti i nuclei familiari gravitanti intorno alla squadra, si permette di rivendicare la legittimità delle proprie condotte, addirittura annunciando un “fondatissimo” ricorso contro la sconfitta a tavolino?
Come è possibile che tutto ciò sia permesso, senza alcuna reprimenda da parte del mondo dell’informazione sportiva, pienamente a conoscenza dei fatti?
Non me ne capacito, sinceramente.
Prendo solo atto che, come sempre, buttarla in caciara paga di più che non studiare le norme, applicarle, e comportarsi in modo coerente con le stesse.
Proprio per questo credo che oggi continuerò a darmi pizzicotti, voglio continuare a credere che tutto questo sia solo un sogno, e non il reale palcoscenico dell’ennesimo teatro dell’assurdo.
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