ECA 1a parte
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  • Nicola

ECA 1a parte

Aggiornamento: 7 mar 2020

«Qualsiasi cosa riservi il futuro, dobbiamo mantenere una simbiosi forte con i campionati nazionali»

Benvenuti nell'Eca, o meglio, benvenuti nel nostro tentativo di far chiarezza su cos'è e cosa propone.

La prima cosa da sapere è che il presidente dell'associazione non è il Lord Fener che non pochi media vogliono far apparire, perlopiù nei titoli. È semplicemente il presidente prescelto da 220 squadre nel settembre 2017, numero nel frattempo cresciuto a 246 squadre di 54 paesi.

Non c’è stato nessun blitz o colpo di stato, ma più banalmente un gruppo di squadre europee che si è unito in associazione nel 2008 crescita poi nel tempo.

Basti ricordare che la prima assemblea non fu in un buio sottoscala al riparo da occhi indiscreti, ma nella sede dell'UEFA a Nyon.

Nel 2008 fu sottoscritta un'intesa con l'UEFA e l'associazione continentale, intesa che viene aggiornata periodicamente.

Al suo nascere il presidente prescelto fu Karl Heinz Rummenigge, per poi succedergli Andrea Agnelli nel settembre di due anni fa.

Oggi ne parliamo per comprendere maggiormente quello che è al momento, una proposta di progetto di riforma delle coppe europee. In questo articolo non parliamo delle parole del presidente ECA al convegno sugli aspetti finanziari del calcio del 5 marzo scorso, essendo redatto prima.


Quello che alcuni criticano aspramente, come ad esempio Urbano Cairo, lo fanno dipingendo il tutto come un qualcosa che al momento non c'è.

Giova inoltre sapere al riguardo, che il Torino non è un membro dell'ECA.

Di per sé, nulla di male, dato che l'Italia è rappresentata proprio dal presidente Juventus, e altri dirigenti di Atalanta, Lazio, Napoli, e altre partecipanti alla Serie A. (recentemente nel board è entrato Steven Zhang). Non solo squadre di campionati top europei, all'interno dell'ECA vi sono membri partecipanti anche di leghe considerate meno "di spicco" come il Kukësi e il Partizani Tirana, non proprio squadre di grido, ecco. Potremmo andare avanti a scrivere il nome di circa 180 squadre sconosciute, solo per dare l'idea di ciò che l'ECA non è: una associazione di cattivi ricconi.

Se avete voglia di guardare tutte le squadre che ne fanno parte, moltissime sconosciute, è sufficiente andare sul sito dell'associazione. European Club Association

Progetto di riforma

Prima di tutto, occorre sapere che vi sono tre soggetti in campo: L'UEFA, l'ECA e L'European Leagues, l'associazione delle leghe calcistiche europee.

Tutte e tre hanno una loro ipotesi di riforma, e che deve diventare una proposta concreta entro il 2020, dato che nel 2024 scade l'attuale format.

Differenze tra soggetti in campo

Conoscere il motivo fondante o statuto, aiuta molto a capire che interessi perseguono ognuna di queste.

L'UEFA è un organo amministrativo, organizzativo e di controllo del calcio europeo. L'ECA, invece, rappresenta le società calcistiche a livello europeo, che fanno quindi parte dell'UEFA. Lo scopo della ECA è quello di proteggere e di promuovere il calcio dei club europei.

European Leagues, invece è un'organizzazione che rappresenta gli interessi delle leghe nazionali professionistiche in Europa.

I progetti in campo

Iniziamo con il dire che individuare i progetti o bozze di programma, non è stata cosa semplice. Non si trovano, ad esempio, le proposte ufficiose Uefa e Eca, ma si è capito che l'Uefa ha delegato interamente il progetto di riforma all'Eca.


Nella seconda parte andremo nello specifico delle ipotesi in campo.


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