Molti pensavano che il solo ritorno sulla panchina bianconera del tecnico livornese avrebbe garantito istantaneamente maggior solidità ed una mentalità ritrovata. Come se in un attimo si potesse tornare indietro di anni, rimettere piede in quella che è stata la tua casa e ritrovare ogni cosa al suo posto.
Purtroppo, il deludente e sfortunato esordio in campionato ci ha riportati tutti con i piedi per terra. In tre anni quella casa è cambiata tanto: le fondamenta scricchiolano e la manutenzione è stata quantomeno superficiale. Ma lasciamo da parte le metafore per concentrarci sugli spunti della prima uscita stagionale.
Già il pre-partita ha riservato sorprese: la notizia dell’esclusione dall’undici titolare di Cristiano Ronaldo è deflagrata, dando inizio ad una serie di bombe di mercato dalla dubbia veridicità. Sta di fatto che la decisione di Max Allegri (condivisa o meno con il diretto interessato) ha un significato da non sottovalutare. La direzione sembra finalmente (n.d.r.) quella di gestire il campione portoghese per limitare al minimo i cali di forma – sempre più frequenti nelle ultime annate – e concentrare le energie su 35/40 partite. Sono gli stessi alti e bassi sui quali l’allenatore bianconero dovrà lavorare fin da subito con tutta la squadra, come chiarito nella conferenza pre-partita: “Bisogna viaggiare a velocità di crociera di 80 per arrivare a vincere. Non bisogna avere picchi di 30 o 100”.
La partita con l’Udinese ha rievocato infatti vecchi fantasmi, legati alla difficoltà di gestire le partite e di mantenere la porta inviolata. Conosciamo bene Allegri, e non è arduo pensare a quali saranno le priorità del suo piano tecnico-tattico: “Per giocare a calcio serve tecnica e solidità e trovare velocemente un equilibrio. Sennò sali sulle montagne russe e non puoi competere per il campionato”. Nella ricerca dell’equilibrio non mancano di certo dubbi e incertezze. Il centrocampo rimane forse il principale grattacapo ed il vero ago della bilancia di un’intera stagione. Dalla compattezza del reparto e dalla costanza di rendimento dei singoli interpreti passeranno gioie e dolori. L’arrivo di Locatelli potrà sicuramente aiutare, ma da solo non può cambiare il volto delle partite.
Insomma, il lavoro da fare non manca e di scontato non c’è proprio nulla: “Non devo dimostrare niente ma mettermi a disposizione di questa rosa. Quello che è successo negli ultimi 5 anni rimane nel museo”.
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