La fredda serata torinese è andata nel migliore dei modi per i bianconeri che hanno finalmente ritrovato uomini fondamentali e una prestazione di spessore contro una grande squadra. L’obiettivo scudetto è ancora distante, le partite iniziano ad essere sempre di meno e di passi falsi non se ne possono proprio fare più se, come dichiarato nel post-partita da Chiesa, si crede e si vuole fortemente il tricolore sul petto anche in questa stagione.
LA PARTITA
Il match è iniziato abbastanza male, con la Juve che va subito sotto regalando un gol a Correa, e con un rigore clamorosamente non dato ai bianconeri e nemmeno rivisto al Var, roba che se fosse successa in qualsiasi altra partita, o a parti invertite, se ne parlerebbe almeno per tre anni.
Poi arriva la reazione furiosa dell’undici di Andrea Pirlo, e prima della fine del primo tempo c’è un eurogol di Rabiot, per il quale anche Ronaldo dalla panchina (a riposo per rifiatare, poi entrato per mezz’oretta) si mostra sorpreso, vista la difficoltà del gesto tecnico del centrocampista francese.
Nella ripresa Federico Chiesa si carica sulle spalle tutta la squadra e diventa implacabile: sfiora il gol con una bellissima giocata personale prima, e confeziona il raddoppio di Morata per il sorpasso, recuperando palla a centrocampo e lanciando il canterano verso la porta biancoceleste, che la trafigge.
Lo stesso Alvaro, due minuti dopo trasforma un calcio di rigore, al terzo episodio dubbio in area laziale, e sigla la sua personale doppietta e il definitivo 3-1 per la Juve. Anche lo spagnolo, non al top della condizione per via di un virus influenzale che lo ha debilitato per qualche settimana, dimostra la sua importanza negli schemi di Pirlo e la sua capacità di essere cinico e decisivo nelle partite che contano.
Il resto della partita è ordinaria amministrazione per la compagine torinese che fa rifiatare Morata, Chiesa, Cuadrado (appena rientrato da infortunio), Ramsey e Kulusevski, dando minutaggio agli altri due rientranti Bonucci e Arthur, a Ronaldo, McKennie e Di Pardo.
CONSIDERAZIONI FINALI
La squadra finalmente sta recuperando pezzi fondamentali per esprimersi al meglio delle sue capacità, e si vede. Se sia troppo tardi per il campionato ancora non lo sappiamo, lo capiremo tra una ventina di giorni, intanto non possiamo far altro che credere nei nostri ragazzi, così come fa Demiral che esultando urla “Siamo la Juve! Siamo la Juve!”, o come ha fatto Morata qualche giorno fa dopo la vittoria sullo Spezia invitando chi non ci crede più a spegnere la tv e non guardare la Juve o, ancora, come ha detto Chiesa nel post-partita “abbiamo dato la dimostrazione di voler stare lassù e vincere anche questo scudetto”.
Ora sotto col Porto, c’è un ottavo di finale di Champions League da ribaltare per dare la definitiva svolta ad una stagione anomala e travagliata. Crederci, sempre, #FinoAllaFine.
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