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Immagine del redattoreLino Basso

Juventus Women: svanito il terzo scudetto. Scene di ordinaria follia.

Aggiornamento: 28 lug 2020

E' arrivata l'ufficialità dello stop del campionato femminile, e nonostante ben nove punti di vantaggio sulle dirette inseguitrici, la Juventus Women non può mettere le mani sul suo terzo scudetto consecutivo, a causa dello stop imposto dalla Figc dopo numerosi rinvii e incertezze. Da sottolineare come questo campionato, prima dell'interruzione a causa del Coronavirus, non sia praticamente mai stato in discussione, considerando che su sedici gare disputate, le campionesse d'Italia ne hanno vinte quattordici, con soli due pareggi. Il tris di scudetti quindi non può essere celebrato, nonostante la Juventus al suo terzo anno non solo ha continuato il suo dominio sul mondo del calcio femminile italiano, ma si è imposta sulle principali avversarie fin da subito.


Sin dalla sua nascita, la Juventus Women ha allestito una rosa molto competitiva, basti pensare agli innesti di capitan Sara Gama, Barbara Bonansea, Cecilia Salvai, Valentina Cernoia e Martina Rosucci dal Brescia, la stessa formazione lombarda che aveva estromesso le bianconere dalla Coppa Italia ai quarti di finale, ma che successivamente perse ai rigori con il team di Rita Guarino lo spareggio scudetto. Si, fu necessario lo spareggio nonostante l'impatto della neonata compagine bianconera nella Serie A fu devastante: nel girone d'andata, la Juventus Women vantava unicamente vittorie, quasi tutte nette, sia in casa che in trasferta, e la vittoria del primo scudetto sembrava dietro l'angolo, ma il Brescia, principale antagonista insieme alle bianconere della Fiorentina campione d'Italia in carica, e la stessa formazione viola erano riuscite a rimettere in discussione una vittoria del titolo che sembrava ormai certa, sconfiggendo proprio la squadra di Rita Guarino. La Juventus Women vinse le restanti due gare con il Chievo Verona Women (all'epoca Valpolicella) e Ravenna Women (ai tempi San Zaccaria), e arrivò così allo spareggio con il Brescia su gara secca, conclusa soltanto ai calci di rigore: Bonansea sbagliò il primo della serie, ma la parata di Giuliani su Daleszczyk prima e l'errore di Di Criscio dopo, permisero alle bianconere di raggiungere uno storico traguardo, festeggiato anche con la maglia celebrativa "Women F1rst".




Il secondo anno di Juventus Women vede vari avvicendamenti nella rosa: via Lenzini (in prestito), Isaksen (si scoprirà in seguito che un grave problema muscolare non le permetterà più di giocare), Zelem, Franssi, Rood e Sodini, dentro Bacic, Ekroth, Bellucci, Sanderson, Aluko e, tra gli elementi più di spicco del Brescia che cederà il suo titolo sportivo al Milan, Aleksandra Sikora e Cristiana Girelli. A stagione in corso, nella pausa natalizia, arriverà anche Sofie Junge Pedersen, valore aggiunto a un centrocampo già molto solido, oltre all'ufficialità di Ashley Nick, presente già da inizio stagione ma inutilizzabile per un problema di visto: la storia però non cambia, la Juventus Women comincia alla grande la sua stagione stravincendo sin da subito in campionato, ma come ogni grande squadra che si rispetti, arriva un piccolo momento buio, dove le avversarie più accreditate per spodestare le campionesse d'Italia dal loro trono sembrano aver trovato le misure per arginare lo strapotere bianconero. Se l'uscita in Champions League contro il Brondby era abbastanza prevedibile, considerando che la formazione danese ha molta più esperienza in campo europeo (Bonansea siglerà i primi due storici gol bianconeri nella massima competizione europea nella gara d'andata), arrivano le inattese sconfitte in Supercoppa Italiana contro la Fiorentina, e il netto 0-3 in trasferta contro il Milan, una debacle sia sul piano del gioco che nel risultato finale. Era evidente come ci fosse stato un calo fisico e mentale, ma la forza del gruppo e il carisma di Sara Gama, capitano vero dentro e fuori dal campo, hanno permesso alla Juventus Women di rialzarsi, e spodestare ogni dubbio e incertezza creati: le ragazze di Guarino si fanno strada in campionato nonostante l'Atalanta Mozzanica si rivelerà una piccola bestia nera, ma ciò permetterà ugualmente alla Juve di arrivare allo scontro diretto con la Fiorentina, principale antagonista per lo Scudetto, colei che ha dovuto abdicare il titolo di campionesse d'Italia nella stagione scorsa proprio in favore delle bianconere, in una cornice di pubblico fantastica all'Allianz Stadium, dove il gol di Pedersen fece esplodere di gioia tutti i tifosi bianconeri presenti (e dove l'unica nota stonata, fu il grave infortunio di Cecilia Salvai, che non le permise di prendere parte al Mondiale in Francia).Si pensava che ormai ogni discorso per lo Scudetto fosse concluso, ma la sconfitta a Sassuolo tre giorni dopo rimise nuovamente tutto in discussione, ma la Juventus Women riuscì a non perdersi d'animo, e centra un importante e storico bis, diventando per la seconda volta consecutiva campionesse d'Italia (con un'altra maglia celebrativa, Here 2 Stay), e conquistando per la prima volta la Coppa Italia allo stadio Tardini di Parma, nuovamente ai danni della Fiorentina grazie alle reti di Ekroth e Cernoia. Inoltre, anche la formazione Primavera centra un importantissimo traguardo, ovvero la vittoria della Viareggio Women's Cup, per la prima volta dedicata anche al calcio femminile.





La stagione attuale, la terza, sembrava quella più combattuta, più dura, poichè le principali antagoniste per la lotta allo Scudetto, Fiorentina e Milan, non vedono l'ora di dare nuovamente filo da torcere, oltre alla Roma, reduce da una sessione di mercato estiva che l'ha vista assoluta protagonista, ma l'importante assenza per infortunio di Barbara Bonansea, e l'improvviso addio di Eniola Aluko a stagione in corso, non hanno scalfito la solidità della squadra e la consapevolezza di essere ancora il riferimento principale del calcio femminile italiano. Cristiana Girelli, che già si era ben comportata alla sua prima stagione in bianconero, ha preso sulle spalle tutto il peso dell'attacco bianconero, rinforzato anche dagli arrivi di Staskova, Maria Alves e Zamanian (quest'ultima a gennaio), e ha messo il suo timbro su quasi tutte le partite della Juve in campionato. In Champions League si registra l'eliminazione ai sedicesimi di finale, come nella scorsa stagione, questa volta per mano del Barcellona vice campione d'Europa, ma sia in campionato che in Coppa Italia, la Juventus Women non conosce eguali, e guadagna fin da subito un buon margine di vantaggio sulle dirette avversarie: gli unici mezzi passi falsi con Milan (in un campo ai limiti della praticabilità) e Florentia San Gimignano, e nel frattempo la Supercoppa Italiana si tinge nuovamente di bianconero, nuovamente contro la Fiorentina, dove Girelli e Staskova (quest'ultima in rete anche in Champions e Coppa Italia) permettono di aggiungere un altro trofeo alla bacheca bianconera, ormai ben fornita. A fine febbraio, la Juventus Women prosegue la sua inarrestabile avanzata, sconfiggendo in trasferta l'Hellas Verona per 4-0, e nel frattempo la squadra Primavera bissa il successo dello scorso anno alla Viareggio Women's Cup, ma l'arrivo del Coronavirus in Italia impone lo stop su tutto lo sport nazionale: non è ancora chiaro se la stagione 2019/2020 riprenderà, ma pare quasi sicuro che, in ogni caso, le bianconere diventeranno campionesse d'Italia per la terza volta consecutiva, e questa volta in maniera più netta rispetto alle precedenti stagioni. Il record della Torres (sette scudetti vinti, quattro consecutivi) appare ancora lontano, ma non così impossibile: le avversarie aumenteranno, così come le difficoltà di ripetere tutti i successi ottenuti in questi tre anni, ma l'unica consapevolezza al momento è che in Italia, la squadra da battere rimarrà la Juventus Women ancora a lungo, e chissà se questo non diventerà realtà anche in campo internazionale, con quel sogno nel cassetto di vedere le bianconere giocare la finale di Champions League, nel 2022, all'Allianz Stadium, già protagonista di una atmosfera da finale di un Mondiale quando ipotecarono lo Scudetto 2018/2019 contro la Fiorentina. Sempre se nonostante il buon margine di vantaggio non si decida di annullare tutto, magari per penalizzare la squadra più forte solo perchè "chi vince da fastidio", magari riempendosi la bocca di belle parole ma poi quando è ora di dimostrare con i fatti si preferisce prendere decisioni folli, o quantomeno molto discutibili. E questa è sicuramente un lampante esempio.







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