Il 2021 della Juventus Women parte con il piede giusto: nel primo round della Supercoppa Italiana, eccezionalmente a quattro squadre con gare a eliminazione diretta, le bianconere vincono grazie ai gol di Barbara Bonansea nel primo tempo e della solita Cristiana Girelli nei minuti finali del secondo tempo supplementare.
Coach Rita Guarino schiera il consueto 4-3-3 con Doris Bacic tra i pali al posto di Laura Giuliani (ancora fastidi alla mano) , mentre è Lina Hurtig ad affiancare Barbara Bonansea e Cristiana Girelli nel tridente offensivo (out anche Valentina Cernoia per una operazione ai denti).
Le bianconere cominciano a farsi vedere con Bonansea prima e Girelli dopo, i loro tentativi non vanno a buon fine, ma è chiaro che le campionesse d'Italia in carica vogliono subito imporre il loro gioco.
La Roma, però, è ben diversa da quella sconfitta subita a Vinovo in campionato, molto più aggressiva. Bacic sfrutta la longilineità delle sue gambe per poter respingere un pericoloso tentativo a pochi centrimentri dalla porta da parte di Andressa.
La Juventus Women sfrutta la gran velocità di Bonansea per cercare di colpire in contropiede, ma compiono un pericoloso harakiri: Caruso perde un pallone velenoso su rimessa in gioco di Bacic, e atterra Giugliano diretta in porta, l'arbitro Marcenaro esita leggermente, ma poi ammonisce la numero 21 bianconera e decreta il penalty per la Roma che, fortunatamente, viene fallito da Andressa, che calcia alto sopra la traversa.
Grosso spavento per le bianconere, che però tirano fuori il carattere e si portano in vantaggio con Bonansea, sempre lasciata sola palla al piede e veloce come il vento, abile a sfruttare anche un fortunato rimpallo su respinta di Ceasar sulla sua prima conclusione in porta. BB11 porta così in vantaggio la Juve, che impone i suoi ritmi e crea diverse chances, ma contemporaneamente rischa di capitolare sulla aggressività offensiva delle capitoline che, nonostante lo svantaggio, non diminuiscono, bensì aumentano.
Un episodio che farà discutere arriva poi al minuto 27: Bacic controlla male un calcio piazzato di Giugliano e Lazaro spinge il pallone in rete, il direttore di gara però fischia un fuorigioco che, va detto, è difficile da interpretare su numerosi replay, e che in ogni caso pare non esserci, poichè Lazaro sembra essere tenuta in gioco dalla difesa juventina.
I ritmi non si abbassano, bensì aumentano con il passare dei minuti: la Juve cerca di chiudere il match per non incappare in altri pericoli, mentre la Roma a testa bassa cerca di rimettere in parità il risultato. I primi quarantacinque minuti di gioco però, vedono le bianconere in vantaggio per 1-0.
Il secondo tempo inizia nel peggiore dei modi: Swaby ferma un'offensiva bianconera e compie circa 60 metri di corsa pur non avendo palla al piede, e porta avanti il contropiede giallorosso che lo stesso difensore centrale giamaicano finalizza, colpendo di piatto quel poco che basta per spedire la palla all'angolino basso.
Le campionesse d'Italia sono chiamate subito a scrollarsi di dosso lo shock dell'immediato pareggio nella ripresa, che rischiano di capitolare a metà gara, quando Lazaro salta più in alto di Salvai e colpisce in pieno la traversa su colpo di testa.
Coach Guarino corre ai ripari e sostituisce Caruso, Hurtig e Rosucci rispettivamente con Zamanian, Maria Alves e Pedersen, che torna in campo dopo la lunga assenza causa Covid.
E' sicuramente una J-Women in difficoltà, come raramente si era potuta vedere in Italia. Le bianconere ci riprovano con Salvai, che di testa colpisce su angolo calciato da Zamanian, la sfera però termina di molto a lato.
La Roma spinge sempre sull'acceleratore con ripartenze molto rapide, la difesa suda più delle proverbiali sette camicie anche sotto la pioggia, ma nei minuti finali c'è l'episodio chiave: Girelli si ferma nonostante il lancio fosse indirizzato a lei, perchè si accorge di essere in fuorigioco, dalle retrovie però spunta Maria Alves, che corre velocissima verso la porta e calcia di prima intenzione, Ceasar respinge il tiro della attaccante brasiliana fuori dall'area, e l'arbitro non può far altro che estrarre il cartellino rosso, con conseguente calcio di punizione dal limite. Si incarica della battuta Girelli, il tiro però viene respinto dalla barriera romanista, medesimo scenario su due conclusioni in area di rigore di Boattin. Finiscono sull'1-1 i novanta minuti di gioco, e si va così ai tempi supplementari.
I primi quindici minuti addizionali partono con un po' di ritardo a causa di una abbondante grandinata caduta allo stadio Gastaldi di Chiavari, ma è sempre la Roma a rendersi più pericolosa in avanti. Un parziale alibi per le Women è il terreno di gioco, leggermente appesantito dalla grandine. Zamanian e Maria Alves provano a sfruttare il contropiede quando possibile, ma la retroguardia giallorossa è ben vigile. Non accade più nulla di rilevante, e si va così al secondo tempo supplementare.
Negli ultimi 15 minuti la Juventus prova a scrollarsi un po' di torpore e si riaffaccia in avanti: prima Bonansea e poi Pedersen concludono a lato i loro tentativi verso la porta di Baldi, subentrata nel finale di secondo tempo regolamentare per l'espulsione di Ceasar, la Roma non si perde d'animo e crea pericoli, non approfittando di un errore di Bacic nel tentativo di rinviare il pallone.
Sembrano ormai certi i calci di rigore, ma come in ogni capolavoro, in una gara epica, ricca di emozioni e che può tranquillamente essere usata come spot per il calcio femminile, arriva l'ultimo colpo di scena: Hyyrynen prende palla su un forcing finale, il suo cross trova la testa di Girelli che viene incredibilmente e colpevolmente lasciata sola, e che realizza così il gol decisivo, che affonda la Roma e regala la finale della Supercoppa Italiana di domenica 10 gennaio contro la vincente di Fiorentina - Milan.
Come detto in precedenza, ogni sostenitore di queste ragazze da oggi potrà ricordarsi del 6 gennaio non solo come una tipica festività natalizia, ma anche come il giorno in cui la Juventus Women, seppur non con tutti i meriti del caso, ha saputo essere più forte della paura, del rischio, della sofferenza, della tenuta psico fisica calante con il passare dei minuti, e anche della grandine.
Un cuore enorme quello di queste calciatrici, che raramente hanno sofferto così contro una squadra italiana, ma sempre raramente falliscono l'obiettivo quando è ora di conseguirlo. A tutti noi, forse, dopo questa partita converrà fare un giro dal cardiologo, ma ciò che conta di più è che si è a un passo dal poter mettere le mani su un altro trofeo che arricchirebbe la storia bianconera femminile, oltre che la bacheca. Mai come oggi, "fino alla fine".
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