Terza giornata dei gironi di Champions League, e seconda partita casalinga per i bianconeri di Mister Sarri, chiamati ad una vittoria contro la compagine russa, per mettere una seria ipoteca sulla qualificazione agli ottavi di finale.
La conferenza stampa di Sarri e Cristiano Ronaldo ha confermato le serie intenzioni dei bianconeri che, tuttavia, dovranno fare i conti con un avversario potenzialmente insidioso.
La Lokomotiv Mosca, attualmente in testa al campionato russo a pari merito con lo Zenit San Pietroburgo a 29 punti, schiererà con ogni probabilità un compatto 4-1-4-1, in cui figurano alcune vecchie conoscenze del calcio italiano, primo tra tutti il tedesco Benedikt Höwedes, centrale difensivo in prestito alla Juventus per una stagione, ma anche il portoghese Joao Mario, trequartista ex Inter che sta cercando il riscatto in terra di Russia.
Allenatore lo storico Jurij Sëmin, ex calciatore sovietico alla sua quarta avventura sulla panchina della Lokomitv. Una curiosità: Sëmin è giunto in aereo dalla Russia a Torino completamente solo, per assistere al match tra Juventus e Bologna e cercare di carpire i segreti della “macchina” di Sarri.
Quanto al cammino europeo dei bianco-verdi, la classifica dice tre punti: una vittoria in casa del Leverkusen, con un gol su una bella azione in verticale, ed uno regalato dalla difesa dei tedeschi (reggendo poi l’urto nell’assedio finale dei padroni di casa); ed una sconfitta per 2-0 contro l’Atletico Madrid, pur confezionando un paio di buone conclusioni stoppate da un grandissimo Oblak.
Si tratta quindi, almeno per ora, della terza forza del girone (il Leverkusen ha deluso molto le aspettative sino a qui), una squadra compatta e rocciosa, che vorrà sicuramente fare bene nella notte dello Stadium, galvanizzata dalla caratura degli avversari.
Per evitare pericolose trappole, i pluristellati dovranno continuare a far vedere quanto di buono mostrato sinora: palleggio sciolto, verticalità, e scambi veloci che possano mettere in crisi alcuni dei giocatori della Lokomotiv, piuttosto macchinosi.
Altro elemento fondamentale sarà la pazienza. Il rischio di trovare i russi trincerati davanti all’area di rigore è reale, per cui calma e sangue freddo perché la partita, come diceva un illustre ex, “dura 95 minuti buoni”.
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