Raffaele Alcibiade, anni 30, e Andrea Brighenti, anni 33. Oggi un grazie va a loro. È paradossale se consideriamo che il motore di questa Juve u23 sono i giovani, ragazzi spesso poco più che maggiorenni. Questo progetto è nato e prosegue proprio in loro funzione, della valorizzazione tecnica ed economica di questi talenti.
È importante capire quali possano essere i giocatori, "quelli bravi" - per dirla alla Pirlo - utili alla prima squadra, in grado di garantire un ricambio ai grandi, in attesa di una loro eventuale esplosione. Quali invece quelli "sacrificabili" in cambio di plusvalenze utili a garantire sostenibilità economica alla società.
Fagioli e Portanova, così come Frabotta e Tongya, non sono altro che due facce della stessa medaglia.
Talvolta capita però che la riconoscenza vada ai veterani, i fuori quota, quelli che dà quasi fastidio vedere in campo perché si vorrebbe osservare il giovane talento di cui tanto parlano i giornali, ma poi sono sempre lì quando serve, pronti a metterci una pezza.
L'importanza di calciatori come Alcibiade, Nocchi, Brighenti e Troiano, sia in campo che fuori, non può essere messa in discussione. Calciatori che conoscono la categoria, che hanno etica del lavoro, esperienza, malizia, abitudine alla fatica, a 'fare la guerra'.
È terminata 3-2 per la Juve una partita che sembrava stregata fin dal suo avvio, quando un palo ha impedito a Dabo di realizzare il gol dell'anno, una perla che avrebbe fatto probabilmente il giro del mondo.
Una palla vagante dietro la metà campo che il francese ex Nantes ha calciato di controbbalzo con una violenza inaudita, una saetta che ha viaggiato per circa 60 metri fino a scavalcare il portiere ed infrangersi sul legno.
Un segnale di cattivo presagio confermato poi dal vantaggio della Giana Erminio alla sua prima occasione, nato sugli sviluppi di un calcio di punizione.
La Juve però è viva, chiude gli ospiti nella loro metà campo e li bombarda senza sosta con tutte le soluzioni possibili.
Il pareggio arriva nella maniera più impensabile: corner, stacca di testa Alcibiade, rimpallo che favorisce sempre il centrale scuola Juve che da terra si coordina per una sorta di mezza rovesciata imparabile per il portiere dei Gorgonzolesi.
I bianconeri a quel punto, trascinati dall'entusiasmo assediano i lombardi, cingendoli quasi nella propria area di rigore. Entusiasmo che si trasforma però in folle spregiudicatezza, quando Corti viene lanciato in profondità nel deserto juventino, libero di percorrere 50 metri palla al piede - inseguito dal solito Correia - e di battere per la seconda volta Nocchi con freddezza glaciale.
Zauli, viola di rabbia, dovrà chiedere ai suoi all'intervallo com'è possibile si stia perdendo per 2-1 dopo un primo tempo dominato dal 1' al 45'.
È evidente sin da subito che i bianconeri non abbiano intenzione di accettare il parziale verdetto di gara, e approcciano la ripresa con una furia che pare non lasciare molto scampo alla Giana.
Il pareggio infatti non si fa attendere e porta il nome di Brighenti, bravo ad insaccare di testa da due passi l'ottimo traversone di Di Pardo dalla fascia destra.
Soli 3 minuti dopo ad inguaiare ulteriormente i suoi, già in affanno, sarà Madonna, ingenuo nel farsi espellere per doppia ammonizione a causa di un fallo a metà campo.
Questo episodio non fa che caricare ulteriormente di energia positiva i bianconeri che ora sentono l'odore di svolta in una gara, fino a quel momento, poco fortunata.
La Giana regge appena 8 minuti: al 62' Brighenti viene atterrato in area di rigore da Bonalumi, guadagnandosi il penalty che lui stesso trasformerà in rete per il 3-2 bianconero.
La gara prosegue con il canovaccio ormai noto dal 1' minuto. La Juve opta tuttavia per una maggior conservazione del risultato, a scapito della volontà di chiudere definitivamente la contesa. Strategia rischiosa, perché nei minuti finali gli ospiti, come naturale fosse date le circostanze, alza la pressione e crea un paio di buone premesse per un beffardo 3-3.
Nel frattempo Correia, Dabo e il neoentrato Ake - in campo dall'80' - seminano il panico in contropiede con la loro velocità, senza però riuscire a trovare il guizzo decisivo per mettere in ghiaccio la gara.
Termina dunque 3-2 per i bianconeri, dopo gli ultimi minuti densi di nervosismo e qualche cenno di rissa. La Giana fatica a credere di aver perso una gara che per due volte l'ha vista portarsi in vantaggio, ma dovrà farci il callo: la Juve u23 gli è stata costantemente superiore. 3 punti che sanno di quinto posto in classifica per i ragazzi di Zauli, con l'obiettivo playoff sempre più vicino.
Il tabellino
Juventus U23-Giana Erminio 3-2: risultato e tabellino
Reti: 24′ Corti, 36′ Alcibiade, 40′ Corti, 48′ Brighenti, 63′ Brighenti
Juventus U23 (4-4-2): Nocchi; Di Pardo, Capellini (80′ Delli Carri), Alcibiade, De Marino; Dabo (86′ Leone), Peeters, Ranocchia, Correia; Marques (67′ Del Sole, 86′ Cerri), Brighenti (80′ Ake).
All. Zauli. A disp. Bucosse, Raina, Oliveira Rosa, Gozzi, Barbieri, Mosti
Giana Erminio: Acerbis, Marchetti, Palazzolo (67′ Zugaro), Pinto (75′ Finardi), Rossini, Ferrario (57′ Barazzetta), Bonalumi, Corti, De Maria (67′ Capano), Madonna, Montesano (75′ Perna).
All. Brevi. A disp. D’Aneillo, Zanellati, Perico, Greselin, Benatti, Dalla Bona, D’Ausilio
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