Sembra passato un secolo dall’ultimo scudettino vinto dalla Juventus. Sì, scudettino. Ricordate? Era così che li chiamavamo: scudettini. In fondo era scontato per noi vincere la corona di Campioni d’Italia, chi altro avrebbe potuto?
Eravamo proiettati nel calcio che conta, nel famoso ristorante da 100 euro, ed era il trofeo che si gioca abitualmente di mercoledì sera negli schermi di chi ha un abbonamento a una qualche pay tv il posto che ci competeva. Gli scudettini erano poca cosa, era scontato che a fine campionato fossimo i primi della lista, talmente scontato che festeggiare era diventato quasi un atto dovuto più che voluto.
Ingenui. Non c’è parola migliore per descrivere una tifoseria e una dirigenza che consideravano banale e scontato vincere. Ingenuo pensare di occupare quella posizione di diritto, ingenuo pensare di essere gli unici a lavorare bene di fronte a realtà in crescita e che di anno in anno assottigliavano il gap con noi. Ingenuo considerare l’anno scorso un incidente di percorso e ingenuo anche sotto sotto pensare che buona parte della colpa fosse di un allenatore inadatto al nostro blasone e che in fondo sarebbe bastato sostituire lui per rimettere insieme tutti i pezzi del puzzle.
L’inizio di quest’anno sportivo è stato una bella doccia fredda per tutti, ma è quello che ci voleva per farci aprire gli occhi sulla situazione.
In fondo, erano davvero anni che non ci trovavamo di fronte ai risultati del fallimento di un progetto tecnico-tattico. Ci eravamo colpevolmente dimenticati di Del Neri, della sua Juventus e del post Calciopoli, ma un popolo senza memoria è costretto a ripetere gli errori del passato e infatti rieccoci là.
La cosa peggiore è la sensazione che, nonostante tutto, non si sia ancora toccato il fondo e che la strada della risalita non solo sia lunga, ma che non sia ancora iniziata.
Mando dunque un appello ai vari bianconeri che stanno leggendo: fateci l’abitudine poiché non finirà, almeno non in tempi brevi. Eravamo troppo stanchi di vincere questi scudettini, vediamo se stando senza impareremo di nuovo ad apprezzarli.
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